Aids questa sconosciuta: ignoranza e pregiudizi dei Cagliaritani sulla malattia

Aids questa sconosciuta: ignoranza e pregiudizi dei Cagliaritani sulla malattia. Indossare sempre il preservativo per contrastare le malattie sessualmente trasmissibili. Erano gli anni Novanta, l’Aids dilagava tra i giovani di tutto il mondo e, finalmente, nelle televisioni, nei giornali e
Aids questa sconosciuta: ignoranza e pregiudizi dei Cagliaritani sulla malattia. Indossare sempre il preservativo per contrastare le malattie sessualmente trasmissibili. Erano gli anni Novanta, l’Aids dilagava tra i giovani di tutto il mondo e, finalmente, nelle televisioni, nei giornali e nelle radio era tutto un pullulare di moniti come questo. Dagli screening organizzati dalla Lila, Lega italiana per la lotta all’Aids, svolti a Cagliari nelle giornate di sabato 19 e giovedì 24 novembre, emerge purtroppo un grado di informazione delle persone coinvolte piuttosto basso e l’utilizzo di precauzioni nei rapporti occasionali molto ridotto. A raccontarlo è Brunella Mocci, responsabile della Lila Cagliari. <<Ci sono persone – racconta – ancora convinte che si possa contrarre il virus anche con la sola masturbazione o addirittura con un semplice abbraccio>>.
Se da un lato emergono questi dati preoccupanti, dall’altro rimane forte l’interesse e il livello d’allerta da parte soprattutto dei giovani. Non si spiegherebbe altrimenti il successo dell’iniziativa portata avanti da Lila Cagliari insieme ad altre otto città italiane. <<Nella giornata di giovedì l’afflusso è triplicato>>, dice la Mocci. Per lo più giovani, tra i 20 e i 30 anni, appartenenti alle diverse categorie, etero, omo, bisex, quasi a sfatare un mito – ormai datato – che vorrebbe un’attenzione maggiore da parte della popolazione gay.
Le due giornate si sono sviluppate attraverso diversi momenti. A differenza di come avviene negli ospedali, negli screening organizzati dalla Lila, le persone che si sono sottoposte al test hanno avuto la possibilità di intraprendere in poche ore un percorso unico: compilazione di un questionario, colloquio informativo, test salivare e comunicazione del risultato (il test salivare a differenza di quello del sangue consente in mezz’ora di conoscere l’esito del test). Insomma, un circuito completo. <<Avendo con questo test un risultato immediato – spiega Brunella Mocci – si è subito in grado di condurre la persona alla terapia, con una garanzia dell’anonimato totale. Purtroppo con il test del sangue capita che molte persone non vadano neanche a ritirare il referto, per pudore o dimenticanza>>. Il costo di questo test, 40 euro circa, rende difficile questa pratica nelle strutture pubbliche, che – è bene ricordarlo – garantiscono gratuitamente lo screening 365 giorni all’anno. La Lila ha organizzato queste due giornate autofinanziandosi. Un’iniziativa dal costo elevato, ma che ha dato risultati molto importanti.

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