C’è voglia di Canciofali, Cagliari rivuole il suo vecchio carnevale: il libro di Gianfranco Carboni riaccende la polemica
Che fine ha fatto il carnevale cagliaritano? Che fine ha fatto Canciofali? Un libro di ricordi prova a risvegliare il ricordo e a sensibilizzare i cittadini sulla situazione presente. Nelle 236 pagine del volume “Maschere e Carnevali fra riti e
Che fine ha fatto il carnevale cagliaritano? Che fine ha fatto Canciofali? Un libro di ricordi prova a risvegliare il ricordo e a sensibilizzare i cittadini sulla situazione presente. Nelle 236 pagine del volume “Maschere e Carnevali fra riti e tradizioni. Canciofali perché non torni?”: uno sguardo aperto sul carnevale in città, sul “Pisciurrè, sparedda e mumungioni” che risuonava e non risuona più nelle sere di febbraio.
Come negli anni Sessanta, Sessanta e Ottanta, a coinvolgere e unire tutta la città in una grande festa popolare: non solo nostalgia e parole nel volume proposto da Gianfranco Carboni, ma anche una giusta polemica su quella che era una delle feste cittadine più amate e caratteristiche. tanta voglia di fare, scritta e giustamente gridata da chi vorrebbe far rinascere una magnifica tradizione a Cagliari.
Nella passata stagione lo stesso autore è stato il promotore di una sfilata che, con il coinvolgimento delle maschere tipiche di Seui e di altri centri dell’interno, ha cercato di riaccendere il desiderio e la voglia di Carnevale. <<Ha percorso la città – spiega Carboni nella prefazione – per decenni poi all’improvviso è sparito. Su Carnevali casteddaiu non è deceduto definitivamente, è vivo, è atteso, è irrisione, è sarcasmo verso i potenti, è libertà. E forse proprio per questi motivi fa paura>>.
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