Cagliari. Calendario ricco di appuntamenti alla MEM dal 31 ottobre al 6 novembre

canale WhatsApp
Meraviglie di Sardegna: Nostra Signora di Tergu, una delle chiese più belle e particolari della nostra regione.
Nella parte nord-occidentale della Sardegna, nell’Anglona, si cela una delle massime espressioni dell’architettura romanica dell’isola. Un luogo dove l’arte e la storia si fondono, offrendo un’esperienza di rara bellezza.
La basilica di Nostra Signora di Tergu, una gemma architettonica che si staglia contro il vasto altopiano, domina il paesaggio con la sua imponenza monumentale.
La chiesa, costruita probabilmente tra il 1065 e il 1082, si ritiene sia stata voluta dal giudice di Torres Mariano I, lo stesso che commissionò la basilica della Santissima Trinità di Saccargia, con la quale condivide evidenti analogie stilistiche. La sua architettura romanico-pisana, rivisitata in forme gotiche e barocche, è resa unica dalla policromia data dall’alternanza di cantoni di pietra trachitica rosso-violacea e decorazioni in pietra calcarea bianca. Ampliata nel secolo successivo, la chiesa divenne un’abbazia benedettina e, insieme ai ruderi dell’adiacente monastero, la sede di un priorato cassinese. Ancora oggi, è il punto di arrivo di una lunga e suggestiva processione del Lunissanti, che parte all’alba da Castelsardo e vi fa ritorno di notte, illuminata dalla luce delle fiaccole, aprendo l’appassionata Settimana Santa castellanese.
La basilica affascina per il contrasto cromatico della facciata, che mette in risalto le membrature in pietra chiara e il paramento in vulcanite rossastra. Il prospetto rettangolare si articola su due livelli, il primo basato su uno zoccolo e impostato, come in Saccargia, su tre grandi arcate cieche. Il portale, con il suo arco rialzato a fasce bicrome, è incorniciato da colonne con eleganti capitelli corinzi. Nel secondo ordine ritornano le false arcate, che inquadrano nove formelle intarsiate con motivi geometrici. A spiccare è anche il rosone centrale, riccamente ornato e incorniciato da quattro colonne. Sul lato sinistro della facciata, un massiccio campanile a canna quadrata si eleva, conferendo slancio alla struttura. L’impianto originario a navata unica è stato trasformato in una croce latina a T con l’inserto di un transetto. L’abside quadrangolare e la volta a botte, oggi sostituita da una copertura lignea, risalgono alla seconda metà del XVII secolo.