“San Gavino Humanitas”, ecco come funzionano nei paesi l’interazione e l’inclusione dei rifugiati: l’esempio del paese del Medio Campidano

“San Gavino Humanitas”, ecco come funzionano nei paesi l’interazione e l’inclusione dei richiedenti asilo e dei rifugiati: l’esempio del paese del Medio Campidano. Dal primo giugno 2016 anche il comune di San Gavino Monreale è entrato a far parte della
“San Gavino Humanitas”, ecco come funzionano nei paesi l’interazione e l’inclusione dei richiedenti asilo e dei rifugiati: l’esempio del paese del Medio Campidano. Dal primo giugno 2016 anche il comune di San Gavino Monreale è entrato a far parte della rete SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Lo scorso agosto con l’arrivo dei primi beneficiari ha preso il via il progetto “San Gavino Humanitas”, che fa capo al Servizio Centrale del Ministero dell’Interno istituito dalla legge 189 del 2002. I progetti Sprar sono progetti di seconda accoglienza il cui principale obiettivo è quello di facilitare l’interazione e l’inclusione dei richiedenti asilo e rifugiati nel tessuto sociale locale, consentendo loro una buona riuscita del percorso migratorio. Gli ospiti dello SPRAR di San Gavino sono dieci, provenienti da Paesi dell’Africa nord-occidentale.
Elena Marras, responsabile del progetto per la cooperativa “Recherche”, afferma: «Le nostre parole d’ordine sono integrazione e sviluppo di autonomie. I beneficiari vengono accolti per un periodo che varia dai sei mesi a poco più, a seconda che si tratti di persone che abbiano ottenuto una forma di protezione o siano ancora richiedenti asilo. In una prima fase ci occupiamo del disbrigo delle pratiche legali-amministrative e, contestualmente, ci attiviamo per garantire l’assistenza sanitaria nel territorio. Inoltre gli ospiti vengono iscritti al Centro per l’Impiego in modo da introdurli nella ricerca attiva del lavoro, anzitutto attraverso strumenti quali il bilancio di competenze e l’avvio di tirocini formativi e di orientamento. Si lavora anche sugli aspetti sociali, inserendoli nelle associazioni culturali e sportive locali. In attesa dell’avvio dei corsi di alfabetizzazione nel CPIA (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti) del territorio, abbiamo inoltre attivato un corso di italiano tenuto da un’insegnante certificata DITALS».
Per quanto riguarda le problematicità, Elena ammette: «La difficoltà maggiore l’abbiamo incontrata nel reperire le abitazioni, che devono rispondere ai criteri stabiliti dal servizio centrale. Per il resto, possiamo ritenerci soddisfatti: i beneficiari sono curiosi di conoscere la nostra cultura ed i nostri modi di vivere, e anche la popolazione locale non ha mai mostrato, sinora, alcun segno di intolleranza. Tutto questo anche grazie al lavoro del Comune di San Gavino, che ha voluto il progetto, e all’impegno dell’equipe multidisciplinare formata dagli operatori all’integrazione (Mauro Mamusa) e all’accoglienza (Laura Salis) e coordinata dal sociologo Diego Serra, tutti molto preparati sia nei rispettivi campi di competenza che nella mediazione interculturale in generale». (Eleonora Mamusa)

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