Un lungo corteo di pacifica protesta, gli studenti Sardi chiedono una vita migliore

Un lungo corteo di pacifica protesta, gli studenti Sardi chiedono una vita migliore. In concomitanza con altre 40 città italiane, anche gli studenti medi e universitari Sardi hanno manifestato stamane a Cagliari per la giornata di mobilitazione nazionale studentesca promossa
Un lungo corteo di pacifica protesta, gli studenti Sardi chiedono una vita migliore. In concomitanza con altre 40 città italiane, anche gli studenti medi e universitari Sardi hanno manifestato stamane a Cagliari per la giornata di mobilitazione nazionale studentesca promossa dall’Unione degli Studenti (UDS) e da Link Coordinamento Universitario. Una protesta pacifica contro la “Buona scuola”, la riforma costituzionale, il caro trasporti e l’occupazione militare dell’Isola. Il corteo si è diretto verso l’assessorato alla Pubblica Istruzione per poi giungere davanti al Palazzo della Regione in viale Trento, meta finale della manifestazione.
Circa 200 studenti, provenienti anche da altre parti della Sardegna, hanno scandito slogan come “Decidiamo noi” e “Diritti, democrazia”. Tra le preoccupazioni maggiori, c’è la dispersione scolastica, che in Sardegna si aggira attorno al 24%, l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico, i fondi insufficienti per l’edilizia e la presenza dei poligoni e delle basi militari .
<<Rivendichiamo l’accesso libero all’università, l’istruzione e i trasporti gratuiti. L’attacco portato avanti dalla Buona Scuola ha intaccato la natura pubblica, libera e critica dei luoghi della formazione, riproducendo dinamiche sociali basate su esclusione e repressione>>, affermano congiuntamente Francesco Sotgiu, coordinatore di Link Cagliari e Riccardo Caoci, esecutivo regionale Uds.
C’è rabbia tra gli studenti, ma anche tanta voglia di far sentire la propria voce e non stare in disparte. <<Molte famiglie versano in gravi difficoltà economiche e studiare oggi sta diventando quasi un lusso. Non vogliamo sia così, ma purtroppo la realtà è questa e noi lotteremo fino a quando avremo voce – dice Arianna Sarrais, iscritta al secondo anno di Scienze Politiche – Non vogliamo assistenzialismo, ma diritti basici. I nostri genitori ci danno una mano ad affrontare le spese universitarie, ma se a queste ci aggiungiamo anche i costi dei trasporti che stanno andando alle stelle, qualcuno sarà costretto a rinunciare o iscriversi altrove. Ma non gliela daremo vinta e continueremo a chiedere ciò che ci spetta>>.
Luca Ortu, iscritto alla facoltà di Ingegneria, rincara la dose: <<Ci accusano di sviare le tematiche legate all’istruzione verso argomenti che secondo loro non c’entrano nulla, come la presenza dei poligoni militari. Invece non hanno capito che siamo studenti ma siamo anche persone che come tali vogliamo vivere in una terra dove si respira aria pulita e non i veleni delle basi. Siamo sensibili a queste tematiche perché, come giovani, guardiamo il futuro, e il futuro è anche la salvaguardia dell’ambiente e della salute>>, conclude.
Marcello Secci, studente di Lettere, spiega perché , come altri suoi colleghi, voterà “No” al referendum sulla modifica della Costituzione: <<Oggi qui siamo tutti d’accordo sui fatto che in gioco c’è la democrazia e la governabilità del Paese. Per come l’hanno presentata, la riforma potrebbe sembrare utile, ma ricordiamoci che chi governa spesso trae in inganno il popolo. Se dovesse vincere il “Sì”, farebbero dei giochetti di potere sotto banco a discapito degli italiani. Temo che il sistema scuola si andrebbe a sgretolare ancor di più. Inoltre, la carta costituzionale è stata fatta con il sangue di milioni di persone che sono morti da partigiani per la libertà e la democrazia e in un solo colpo, vogliono affossarla. Questa volta è importante che gli studenti prendano posizione e dichiarino apertamente da che parte stanno. Noi l’abbiamo già fatto>>. Una delegazione è stato poi ricevuta dall’assessore regionali ai Trasporti, Massimo Deiana, per parlare proprio del caro-tariffe.
Contemporaneamente, in piazzetta San Sepolcro, gli studenti medi hanno organizzato un sit-in a parte, promosso dall’associazione culturale Eureka, appartenente al sindacato nazionale studentesco della Rete degli studenti medi. Tra i temi trattati, la situazione precaria del Liceo Foiso Fois, senza una sede fissa, l’alternanza scuola-lavoro,il welfare e i vari problemi legati al trasporto pubblico. Intanto, il Collettivo Autonomo Studenti Casteddu (CASC) ha indetto per venerdì 14 ottobre un’assemblea pubblica in Piazzale Trento, per parlare del problema dell’edilizia nelle scuole e, in particolare, del liceo artistico.

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“Vogliamo una scuola a regola d’arte”: gli studenti e i docenti del Liceo artistico e musicale in piazza chiedono insieme una sede fissa

Sono scesi in strada uniti e coesi gli studenti e i docenti del Liceo artistico e musicale “Foiso Fois”, intenzionati a battagliare pur di vedere riconosciuti i loro diritti. Rivendicano la necessità di avere una sede fissa per poter studiare e svolgere le lezioni quotidiane. Un corteo pacifico quello che ha attraversato il centro di Cagliari e si è diretto in via Roma, dove è stato richiesto un incontro con i capigruppo del Consiglio regionale. Incontro che, però, studenti e docenti non hanno ottenuto, decidendo quindi di rimanere in presidio per tutta la giornata di oggi, con la speranza di sapere, prima o poi, se presto riusciranno a rifrequentare le lezioni in una sede fissa a Cagliari. Tanti gli slogan portati in corteo, tra questi alcuni dei più impugnati: “L’arte è terapeutica e tu stai male”, “L’artistico è casa mia e non mi voglio trasferire in periferia”, “Non confiniamo l’arte”.
Gli 850 studenti del Liceo erano ospitati fino allo scorso anno presso l’istituto Leonardo, da dove sono stati sfrattati per far posto agli alunni del Martini. La notizia , tuttavia, è giunta loro il giorno prima dell’inizio delle lezioni, il 13 settembre. <<Le classi del Liceo musicale sono state trasferite al Besta 2 di via Cabras a Monserrato, che versa in condizioni strutturali e igieniche disastrose, bisognoso di interventi di derattizzazione che ancora non sono stati eseguiti>>, afferma sconsolata Sara, che frequenta il quarto anno.
Mimmo Di Caterino, docente responsabile della funzione strumentale orientamento del liceo: <<Siamo andati a visionare la struttura del Besta ma è inidonea: addirittura andrebbe deratizzata. Cagliari si è candidata a Capitale italiana della cultura ma il suo liceo artistico e musicale, l’unico della Sardegna, deve dividersi tra Monserrato e Pirri: un’anomalia culturale>>.
Nella Sede di via Sant’Eusebio continuano ad esserci la presidenza e gli uffici (presidio fondamentale per mantenere la “proprietà” sull’immobile) e alcune classi. Ma per il resto regnano rabbia, fatica, paura del futuro. <<Ora siamo costretti a fare lezione fuori dall’istituto assegnatoci, proprio perché non è agibile>>, continua la studentessa, <<il liceo artistico e musicale deve ritornare a Cagliari e trasferirci nell’hinterland è stata una perdita grave per la città e per l’arte in generale>>, sostiene Matteo, studente del 5° anno. Durante il presidio sotto il palazzo regionale di via Roma, gli studenti del Liceo a indirizzo musicale hanno suonato, mentre quelli a indirizzo artistico hanno disegnato, dimenticando, almeno per qualche ora, il proprio triste esilio.

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