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Trasporti: come collegare nel miglior modo possibile i comuni dell’area metropolitana di Cagliari?
Stamane si è svolta una tavola rotonda sul trasporto pubblico locale per l’area metropolitana. Il capoluogo dell’isola ha sempre più bisogno di una rete di trasporti sempre più efficiente e che abbatta le distanze e la durata di percorrenza nei collegamenti.
L’ampliamento del servizio di trasporto pubblico locale ai comuni dell’area metropolitana di Cagliari è stato al centro della tavola rotonda che si è svolta questa mattina nella sala Tola Sulis della Fiera di Cagliari, nell’ambito delle iniziative della Settimana Europea della Mobilità.
All’incontro, che ha rappresentato un importante momento di confronto istituzionale sul futuro della mobilità sostenibile nel territorio, hanno preso parte il Presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, Salvatore Deidda, e la Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, che hanno aperto i lavori sottolineando la centralità del tema nel quadro delle politiche nazionali e regionali per lo sviluppo di un sistema di trasporto efficiente, inclusivo e rispettoso dell’ambiente.
Il vicesindaco metropolitano Francesco Lilliu ha dichiarato: “Come Città Metropolitana, siamo orgogliosi di avere preso parte a questa edizione della Settimana Europea per la mobilità sostenibile. Le occasioni di confronto sono state molteplici e gli eventi di altissimo livello. Complimenti al CTM per l’ottima organizzazione, e l’altissima professionalità”.
A portare le istanze del territorio sono stati i sindaci dei comuni di Quartu Sant’Elena – Graziano Milia, Elmas – Maria Laura Orrù, Sestu – Maria Paola Secci, Uta – Giacomo Porcu e Sinnai – Barbara Pusceddu, che hanno evidenziato le difficoltà quotidiane affrontate dai cittadini, in particolare studenti e lavoratori pendolari, a causa della carenza di collegamenti frequenti e diretti con il capoluogo
Graziano Milia ha dichiarato “Sono convinto sia necessario procedere speditamente per il nuovo Piano regionale dei Trasporti, strumento generale che poi consente di realizzare le migliorie ai servizi. Quello vigente fu approvato nel 1993, quando le realtà sarda e metropolitana erano completamente diverse rispetto a quelle di oggi. Occorre quindi una legge cornice attraverso la quale si potrà potenziare tutto il servizio del Trasporto Pubblico Locale, sia nei perimetri attuali che nell’ottica di un allargamento agli altri Comuni limitrofi”.
Un contributo significativo è arrivato anche dal mondo della scuola, con l’intervento della dirigente dell’Istituto Alberghiero “Antonio Gramsci” di Monserrato, Michela Peretti, che ha sottolineato come gli studenti che devono utilizzare più vettori per recarsi a scuola, possa incidere negativamente sulla regolarità della frequenza scolastica e, in prospettiva, favorire fenomeni di dispersione.
Il dibattito si colloca in una fase cruciale per la pianificazione del trasporto pubblico locale: entro la fine del 2026 dovrà infatti essere approvato il nuovo contratto di servizio tra Regione Sardegna e CTM, che definirà i livelli di offerta e gli standard qualitativi dei servizi. Si tratta di una scelta strategica che condizionerà per molti anni la vita di decine di migliaia di cittadini dell’area vasta cagliaritana.
“Il nuovo Piano Regionale dei Trasporti e la riforma del Trasporto Pubblico Locale sono le basi per garantire servizi più moderni, capillari e sostenibili. Solo così potremo migliorare in maniera strutturale i servizi sul territorio, dare risposte concrete ai cittadini e costruire una Sardegna più connessa al suo interno”, ha concluso l’Assessora regionale ai Trasporti, Barbara Manca.
La questione della mobilità metropolitana non riguarda infatti solo l’accessibilità ai servizi essenziali, ma si intreccia con l’urgenza di ridurre l’utilizzo del mezzo privato. Secondo gli studi più recenti, ogni giorno entrano a Cagliari tra le 150 e le 180 mila automobili, con conseguenze dirette sulla congestione del traffico, sulla qualità dell’aria e sulla vivibilità complessiva del capoluogo.
L’estensione del servizio di trasporto pubblico e l’aumento delle frequenze rappresentano dunque una risposta concreta non soltanto alle esigenze immediate dei cittadini, ma anche agli obiettivi di sostenibilità e innovazione che la Regione Sardegna e le istituzioni locali sono chiamate a perseguire nel rispetto delle direttive europee.