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La storia della Sardegna riscritta: Nora potrebbe essere la città più antica dell’isola.
Una nuova, importante scoperta archeologica potrebbe riscrivere le conoscenze storiche sulla Sardegna.
A Nora, i recenti studi condotti con l’ausilio del carbonio 14 su reperti ossei hanno spostato indietro nel tempo la datazione dell’insediamento di Pula. I dati preliminari indicano che la città fenicia potrebbe essere stata fondata tra l’820 e il 750 a.C., un secolo prima di quanto finora creduto e in linea con quanto riportato da Pausania nel II secolo d.C., che definì Nora come la città più antica dell’isola.
Questa rilevazione, se confermata, darebbe finalmente senso alle parole dello storico e geografo greco, portando la fondazione di Nora alla stessa epoca di altre importanti città fenice come Sant’Antioco. Le ossa analizzate, che a differenza delle inumazioni tradizionali erano state cremate, hanno fornito una preziosa testimonianza per la datazione. Jacopo Bonetto, professore ordinario di Archeologia Classica presso il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova, ha spiegato che la scoperta, seppur da confermare, è molto probabile, rendendo coerenti le altre datazioni, come quella della Stele conservata al museo archeologico di Cagliari e dell’insediamento di Portoscuso. Il team è stato invitato a riferire le proprie scoperte a Vienna, in un importante convegno sulla cronologia della prima età del ferro, a riprova della rilevanza internazionale di questa ricerca.
Queste scoperte sono il risultato di un approccio moderno alla ricerca archeologica, che integra metodi tradizionali con analisi avanzate. Un lavoro reso possibile dalla preziosa sinergia tra il Comune di Pula, la Fondazione Pula Cultura e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna.
Il sindaco di Pula, Walter Cabasino, ha espresso la sua grande soddisfazione. Ha sottolineato come ogni anno gli scavi continuino a stupire, riscrivendo conoscenze ormai consolidate. Questo grazie anche al contributo di cinque università che ogni anno partecipano attivamente alle campagne di scavo, con un ringraziamento particolare per lo staff del Professor Bonetto dell’Università di Padova. Anche l’assessora alla Cultura, Manuela Serra, ha espresso la sua gioia per queste novità, ribadendo l’importanza degli investimenti nella cultura e nell’archeologia, che consentono di dare un posto di rilievo, ancora maggiore, a un territorio che già gode di un grande prestigio artistico. L’assessora ha manifestato la sua convinzione che le cinque università attive nel sito faranno venire alla luce altre verità ancora non note.