Aeroporto di Elmas, inaugurato il nuovo punto vendita del Cagliari Calcio

Un ricordo rossoblù prima di partire dalla Sardegna. Il Cagliari calcio ha inaugurato questa mattina un nuovo punto vendita e di ristoro nell’area partenza dell’aeroporto di Elmas. La formula è esattamente identica a quella già utilizzata con successo nel Largo Carlo
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Un ricordo rossoblù prima di partire dalla Sardegna. Il Cagliari calcio ha inaugurato questa mattina un nuovo punto vendita e di ristoro nell’area partenza dell’aeroporto di Elmas. La formula è esattamente identica a quella già utilizzata con successo nel Largo Carlo Felice. Anche in aeroporto, quindi, i tifosi e i turisti in partenza dalla Sardegna possono fare acquisti nello spazio dedicato al merchandising ufficiale, creato in collaborazione con lo sponsor tecnico Macron, potranno rifocillarsi in una vasta area ristorazione, completamente colorata di rossoblù, e gestita da Chef Express col marchio Wine Bar 1920.
<<Il Cagliari 1920 Airport Store oggi è una bellissima realtà – ha detto il numero uno del club rossoblù Tommaso Giulini, presente stamani al taglio del nastro insieme al vice presidente Stefano Filucchi – si tratta di una tappa fondamentale per promuovere il Cagliari anche al di fuori dei confini della Sardegna>>.

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Cagliari, il Consiglio di Stato conferma il divieto di legare le bici fuori dagli stalli

Una decisione che farà discutere e che segna un punto a favore del decoro urbano in città. Il Consiglio di Stato ha "promosso" il giro di vite voluto dall'amministrazione dell'ex sindaco Paolo Truzzu, confermando la piena legittimità del divieto di incatenare le biciclette fuori dagli stalli dedicati.
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Cagliari, il Consiglio di Stato conferma il divieto di legare le bici fuori dagli stalli.
Una decisione che farà discutere e che segna un punto a favore del decoro urbano in città. Il Consiglio di Stato ha “promosso” il giro di vite voluto dall’amministrazione dell’ex sindaco Paolo Truzzu, confermando la piena legittimità del divieto di incatenare le biciclette fuori dagli stalli dedicati.
Con una sentenza che rigetta il ricorso presentato dalla Fiab di Cagliari, i giudici di Palazzo Spada hanno messo la parola fine a una lunga battaglia legale.
Il provvedimento, incluso nel regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana approvato dalla precedente amministrazione comunale, stabilisce in modo chiaro e inequivocabile che è vietato legare le biciclette a “infrastrutture pubbliche non destinate allo scopo”. La violazione di questa norma comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie che vanno da un minimo di 100 a un massimo di 300 euro.
I giudici hanno spiegato che la decisione mira a tutelare, in un’ottica di miglioramento della vivibilità e del decoro della città, quelle infrastrutture che spesso si trovano sui marciapiedi, nelle piazze, nei parchi, o vicino a monumenti. Si tratta di elementi di arredo urbano come ringhiere, recinzioni o pali, per i quali è già generalmente vietata la sosta di qualsiasi veicolo. Pertanto, secondo il Consiglio di Stato, la disposizione non viola in alcun modo le norme del codice della strada.
Ma la sentenza va oltre, affrontando un punto cruciale sollevato dai ricorrenti. La Fiab aveva denunciato una presunta disparità di trattamento tra gli “utenti deboli”, ovvero i ciclisti, e gli “utenti forti”, come gli automobilisti, sostenendo che la norma penalizzasse i primi a vantaggio dei secondi. Il Consiglio di Stato ha respinto categoricamente questa tesi, evidenziando che una disparità di trattamento può essere configurabile solo in presenza di situazioni perfettamente identiche, e che tale condizione non sussiste in questo caso. I giudici hanno inoltre ritenuto infondata la disparità invocata in appello anche rispetto ai monopattini.
Infine, sono state giudicate infondate anche le censure che contestavano la presunta contraddittorietà del regolamento con gli obiettivi fissati dal Piano Urbano della mobilità sostenibile. A questo proposito, il Consiglio di Stato ha ribadito che si tratta di una valutazione discrezionale, per la quale “il giudice non può sostituirsi all’amministrazione”. La decisione ha quindi confermato la legittimità dell’azione comunale, stabilendo che la tutela del decoro urbano è un obiettivo prioritario che può essere perseguito attraverso normative specifiche.

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