Seconda trasferta consecutiva per i sardi che sono attesi a Livorno dalla squadra di Mutti. La squadra di Rastelli è reduce dalla bella prova di Lanciano (1-3) con i gol di Tello, Salomon e Cerri. Cancellato in parte il mezzo passo falso casalingo contro il Como (1-1). Gara valevole per la diciottesima giornata della serie B.

Il Cagliari dopo la splendida vittoria per 3-1 a Lanciano non ha fatto rientro in Sardegna ma ha preferito rimanere nella penisola in virtù della seconda trasferta di fila che vedrà i rossoblù impegnati sabato pomeriggio al “Picchi” di Livorno.  Dopo l’ampio turnover, contro la formazione di Mutti, dovrebbero tornare tutti i “titolarissimi”, unico dubbio l’impiego di Di Gennaro, uscito acciaccato dalla gara di mercoledì. Tornerà dopo la squalifica Fossati.

L’arrivo di Mutti sulla panchina del Livorno per il momento non ha dato certo i frutti sperati. I toscani hanno rallentato la loro marcia e per il momento sono fuori dalla zona playoff. Nell’ultima giornata il Livorno non è andato oltre lo 0-0 contro la Salernitana e senza dubbio non parte certo favorito contro il Cagliari di Rastelli. Contro il Cagliari sarà assente il capitano Luci, fermato per una giornata del giudice sportivo. La formazione sarda infatti viaggia a vele spiegate verso la serie A, al momento è seconda alle spalle del sorprendente Crotone ma non vede l’ora di compiere il sorpasso. Crotone a quota 37, Cagliari a quota 36 a +4 dal terzo posto occupato dal Bari.  Fischio di inizio sabato ore 15, arbitro il sig. Chiffi di Padova.

Lo sapevate? Come si dice albicocca in sardo?

Una parola che in sardo fa sorridere (e arrossire) i più, non solo perché indica il famoso e ottimo frutto estivo. Scoprite perché.

Piricocu, frutto del desiderio (e non solo): quando l’albicocca in sardo fa arrossire più della frutta.

In sardo, specialmente nella variante campidanese, la parola che indica l’albicocca è talmente simpatica e carica di doppi sensi da far sorridere anche chi non ha mai messo piede in un frutteto. Stiamo parlando di “piricocu”, un termine che sì, descrive quel delizioso frutto estivo dalla polpa dolce e succosa, ma che nella lingua più ironica, tagliente e particolare del Mediterraneo, ha assunto significati ben più… stimolanti. Eh già, perché “piricocu” in sardo non si limita al cesto della frutta: può essere anche una bella ragazza (“Cussa picciocca esti unu bellu piricoccu”) e, per i più spinti, pure un modo allusivo e sfrontato per indicare l’organo femminile, specialmente se appartenente a una giovane e avvenente fanciulla. Insomma, la prossima volta che qualcuno vi offre unu “piricocu”, chiedete bene a cosa si riferisce: potrebbe essere una merenda o… un complimento ardito.