Botellòn problematici a Cagliari. La parola agli studenti universitari
Organizzata principalmente da studenti universitari, quella dei botellòn è una tradizione che a Cagliari esiste da tempo, nonostante ultimamente sia oggetto di numerose critiche. Con il termine “botellòn” (che deriva dallo spagnolo “botella” ovvero “bottiglia”) si indica il fenomeno che vede come
Organizzata principalmente da studenti universitari, quella dei botellòn è una tradizione che a Cagliari esiste da tempo, nonostante ultimamente sia oggetto di numerose critiche.
Con il termine “botellòn” (che deriva dallo spagnolo “botella” ovvero “bottiglia”) si indica il fenomeno che vede come protagonisti gruppi di giovani che scelgono di ritrovarsi in determinate zone e orari, precedentemente accordati attraverso i social, per bere in compagnia ballando, suonando e chiacchierando in alcuni spazi pubblici della città, senza spendere molto denaro nei locali.
Negli ultimi tempi il botellòn in salsa cagliaritana ha però ricevuto molti giudizi negativi. Da parte di cittadini e politici, sono infatti arrivate numerose lamentele in merito alle condizioni in cui viene lasciata, in occasione di questi incontri, la zona di Viale Fra Ignazio, da tempo utilizzata come location ideale per i vari botellòn. Bottiglie vuote, fazzolettini, bicchieri o piattini di plastica spesso vengono abbandonati lungo la strada dai partecipanti agli incontri, dopo una lunga nottata di divertimento. Tutto ciò, molto probabilmente, porterà il Comune di Cagliari a vietare questi eventi.
Compatti gli studenti nel valutare il fenomeno.
“Il problema dei botellòn non è relativo all’organizzazione” spiega Nicola Nubile, studente presso la Facoltà di Tossicologia “ma da ricondurre al grado di civiltà delle persone: prendere le bottiglie vuote e i bicchieri, metterli dentro la borsa o portarsi una busta da casa non è faticoso! Come si portano da casa le bottiglie, allo stesso modo si possono riportare a casa al ritorno.”.
“Io la trovo una tradizione molto apprezzabile – dichiara invece Maurizio Visconti, studente di Lettere – e ritengo che se il comune è infastidito dalle condizioni in cui viene abbandonato la mattina dopo il Viale, potrebbe risolvere gran parte del problema mettendo dei cassonetti. Nella zona non ci sono abbastanza cestini dei rifiuti, e i pochi presenti sono molto distanti dal luogo di incontro. Metterne degli altri a parer mio risolverebbe il problema”.
Molta rabbia hanno suscitato tra gli studenti gli articoli pubblicati da alcune testate giornalistiche locali, che descrivono i botellòn come eventi durante i quali l’unico scopo perseguito dai giovani d’oggi che vi partecipano ( rappresentati come ragazzi che solo nell’alcool e nella droga trovano l’elisir del divertimento) è ubriacarsi e utilizzare sostanze stupefacenti, abbandonando i resti di queste distruttive serate per terra. In particolare viene segnalata la presenza di siringhe.
“Io non ho mai visto né sentito parlare di ragazzi che hanno fatto uso di droghe pesanti durante un botellòn – spiega Valentina Lixi, studentessa iscritta in Beni Culturali – vi posso assicurare però che di siringhe in quella zona, come del resto in molte altre aree di Cagliari, ce ne sono sempre state: ho studiato un anno in Viale Fra Ignazio, e ne vedevo ogni giorno. Non trovo giusto il fatto che dando la colpa ai botellòn si giustifichi la presenza di tossici nella zona: a Is Mirrionis è davvero molto frequente imbattersi in siringhe abbandonate lungo il marciapiede, o ancora peggio in fazzolettini imbrattati di sangue, ma non mi pare che là vengano organizzati molti incontri tra giovani. Il problema dei tossicodipendenti e della presenza nelle strade dei residui delle loro bravate riguarda molti quartieri di Cagliari, e non è certamente dovuto o alimentato dai botellòn”.
Marta Uccheddu, studentessa presso la Facoltà di Lettere, sostiene invece che “si tende a generalizzare quando si parla di giovani. È molto semplice e spesso automatico accusare noi ragazzi “maleducati”. Il problema in realtà è dovuto a più mancanze: il fatto ad esempio che i cassonetti non ci siano, o ancora che molte zone di Cagliari (fra cui quella di Viale Fra Ignazio) siano spesso punto di ritrovo per i tossicodipendenti. Indubbiamente sono situazioni che sommate al poco senso civico di alcuni ragazzi, determinano altrettante situazioni di disagio”.
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