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Un pastore di Terralba ruba la scena a Roma: Ignazio Loi sul red carpet della Festa del Cinema.
Un inatteso protagonista ha conquistato il red carpet della Festa del Cinema di Roma, trasformando la passerella più glamour d’Italia in un palcoscenico di autenticità e resistenza. In mezzo ad attori celebri e riflettori, ha sfilato Ignazio Loi, il pastore 84enne di Terralba, un uomo che incarna il cuore della Sardegna più vera.
L’edizione 2025 del festival si è aperta in modo decisamente singolare. Virginia Raffaele, Aldo Baglio e un pastore di 84 anni inaugurano la Festa del Cinema di Roma tra pioggia, applausi e coppie celebri sul red carpet. Nonostante il maltempo, l’atmosfera era elettrizzante. Il primo red carpet bagnato è stato, secondo il detto popolare, anche il primo red carpet fortunato. Nonostante l’improvviso temporale, all’Auditorium si sfila sotto gli ombrelli, ma l’attenzione era tutta concentrata su un debutto molto speciale.
Il motivo di tanto clamore è legato al film d’apertura: il film d’apertura è La vita va così di Riccardo Milani, presentato proprio in quell’occasione romana. L’opera è una profonda storia di coraggio e resistenza ambientata in Sardegna, un racconto che tocca le corde dell’identità e della difesa del territorio. Sul tappeto rosso, ombrelli aperti e molte coppie del cinema italiano hanno onorato l’evento, ma è stato il pastore Loi a ricevere l’ovazione più sentita.
I protagonisti, oltre alla Sardegna del cuore, Virginia Raffaele, Aldo Baglio, Diego Abatantuono, e il pastore (vero) Giuseppe Ignazio Loi, scortato sul red carpet da Raffaele, hanno catalizzato l’interesse dei media. La partecipazione di Loi non è stata una mera trovata pubblicitaria: l’uomo è un pilastro del film, ispirato alla vicenda del pastore di Teulada Ovidio Marras.
Ignazio Loi ha la quarta elementare, 84 anni, la dignità di chi conosce la terra e il tempo e non voleva recitare da attore. La sua presenza scenica è la genuina rappresentazione di una lotta civile. La pellicola è infatti ispirata alla storia vera di Ovidio Marras, che per più di dieci anni ha resistito alla pressione di un gruppo immobiliare, deciso a costruire un resort sulla sua terra. Marras non l’ha venduta, né per 12 milioni di euro sullo schermo, né per poco meno nella realtà.
La presentazione romana del film di Riccardo Milani è servita al regista per riflettere sul significato profondo della sua opera. «C’è un uomo che sa dire di no, che ha il coraggio di dire di no, e il coraggio è una cosa importante, un valore in cui credo, che credo manchi un po’ a tutti noi», ha spiegato il regista, sottolineando come la testardaggine e la coerenza del pastore sardo siano il vero messaggio universale del film. La vita va così è, in definitiva, opera importante sui luoghi da preservare, ma anche sui sentimenti da proteggere, e la sfilata di Ignazio Loi ne è stata la perfetta e inattesa sintesi.