Il Cardinale Antonelli: “Si alla comunione ai divorziati risposati, ma solo se casti”.

I divorziati possono fare la comunione ma solo se non fanno sesso. A dirlo il cardinale Ennio Antonelli, in merito alla prassi vigente che per ora nega la possibilità di prendere l’eucarestia per chi è unito in seconde nozze. Antonelli sostiene che
I divorziati possono fare la comunione ma solo se non fanno sesso. A dirlo il cardinale Ennio Antonelli, in merito alla prassi vigente che per ora nega la possibilità di prendere l’eucarestia per chi è unito in seconde nozze. Antonelli sostiene che la concessione della comunione ai divorziati risposati si può anche prendere in considerazione, ma solo in situazioni particolari come la “perfetta continenza sessuale. Solo se c’è questo impegno sincero di conversione, eventuali passi falsi, eventuali ricadute nei rapporti sessuali possono comportare una responsabilità attenuata”.

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Gianni e il suo pianoforte: a 88 anni dona musica e speranza all’ospedale oncologico

Gianni suona per chi lotta contro un tumore, per chi aspetta un esito, per chi entra con il cuore carico di paura o dolore. Ecco la sua storia.
All’ospedale Oncologico “Businco” di Cagliari, tra i corridoi silenziosi e le attese sospese, accade qualcosa di straordinario. Le note di un pianoforte si diffondono delicate nell’atrio, trasformandolo in un luogo più umano, più caldo. A suonarle è Gianni Vodret, 88 anni, un uomo d’altri tempi, distinto, sorridente, con lo sguardo gentile e le mani che raccontano una vita intera intrecciata con la musica.
Gianni, ex bancario con una passione incrollabile per il pianoforte, ha scelto – semplicemente – di donare il suo talento, come forma di volontariato. Suona per chi lotta contro un tumore, per chi aspetta un esito, per chi entra con il cuore carico di paura o dolore. Suona per chiunque si trovi lì, in quell’ora preziosa tra le 10 e le 11 del mattino, perché – come dice lui stesso – «fa bene».
È un gesto che non ha prezzo, né bisogno di applausi. “Perché lo faccio? Perché fa bene agli altri e fa bene anche a me,” raccontò qualche tempo fa e con umiltà durante un’intervista. “A volte chi ascolta si commuove. E mi commuovo anche io.” In quelle melodie raffinate, in quella scaletta che profuma di ricordi e delicatezza, c’è un modo di essere vicini senza parole. Di toccare l’anima, anche solo per un attimo. La sua musica scioglie i pensieri, porta leggerezza in un luogo dove si combatte spesso in silenzio. È una carezza invisibile, un abbraccio offerto con le dita sui tasti. Ogni nota è un dono. Un frammento di bellezza che resiste al dolore.
Gianni Vodret non è una leggenda, ma la sua storia sì: è la storia vera di un uomo che ha scelto di restare umano. Di coltivare un patrimonio prezioso – la musica, l’arte, la condivisione – e di tenerlo vivo dove serve di più. E così, senza saperlo, ogni volta salva un pezzetto di ognuno di noi.

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