Al via i lavori di riqualificazione della piazza di San Michele
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Nascosta tra le terre che uniscono Gonnosfanadiga ad Arbus, in località Linas, giace ciò che resta della Tomba di Giganti di Santa Anastasia, un’antica sepoltura nuragica che testimonia la ricchezza storica del Medio Campidano. Purtroppo, il sito archeologico presenta oggi i segni evidenti di un grave deterioramento.
La struttura, originariamente imponente e realizzata con blocchi di granito disposti su tre filari, si ergeva nella parte mediana di una collina con il fronte rivolto a est. Oggi, gran parte della Tomba risulta interrata e visibilmente danneggiata.
Il degrado è in parte imputabile a lavori di sistemazione del territorio circostante, che hanno portato alla realizzazione di una strada vicinale nelle immediate vicinanze. Proprio a causa di queste modifiche ambientali, la struttura ha subito un irreversibile processo di alterazione: la Tomba è stata non solo compromessa nella sua integrità, ma in alcune parti persino cementata.
Del corridoio interno a sviluppo ogivale, che un tempo era la camera sepolcrale, si conservano oggi circa tre metri di profondità e 1,80 metri di larghezza. Il resto della costruzione è andato perduto, smantellato o inglobato nelle nuove conformazioni del terreno.
La Tomba di Giganti S. Anastasia, situata a circa 7 km da Gonnosfanadiga, rappresenta un monito sulla fragilità del patrimonio archeologico di fronte alle necessità di utilizzo del suolo e sull’urgenza di rafforzare la tutela di questi luoghi unici, prima che l’azione del tempo e le modifiche del paesaggio ne cancellino ogni traccia.