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Cagliaritana, classe 1986, Elisa Pistis è una delle voci più intense e consapevoli del teatro contemporaneo italiano.
Attrice, autrice e regista, il suo lavoro nasce da un’esigenza autentica: raccontare l’essere umano, le sue contraddizioni, le sue paure e la sua meraviglia, con uno sguardo ironico ma sempre profondamente empatico. «Avevo quindici anni quando ho capito che quella era la mia strada» racconta. «Non c’è stato un incontro preciso, ma ho sempre amato le storie, i racconti, e sin da piccola ho desiderato fare qualcosa per gli altri, essere utile al mondo».
Dopo la laurea in Beni Culturali, decide di tentare l’ingresso all’Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine: «È stata la mia prima vera esperienza professionale. Tre anni intensi, in cui ho dedicato anima e corpo alla formazione. Le accademie sono molto selettive, entrare non è semplice: serve bravura, certo, ma anche fortuna.
Tuttavia, l’accademia non fa di te una professionista: quello lo fanno gli anni di palco, l’esperienza, la gavetta. E non si smette mai di imparare». Profondamente legata alla sua terra ma con lo sguardo aperto al mondo, Elisa si definisce una cittadina globale: «Mi sento parte del mondo. La Sardegna mi ha influenzata, come anche tanti altri luoghi. Ho vissuto in diverse città, ho viaggiato molto e ogni esperienza ha lasciato un segno. Dal punto di vista linguistico ho mantenuto un legame con il sardo, anche se i miei spettacoli non sono in sardo: certe storie però nascono proprio da incontri avvenuti in Sardegna».
La sua carriera si è costruita nel segno dell’autorialità: scrive, dirige e interpreta i propri testi. «I miei monologhi sono come figli, non potrei sceglierne uno solo. Attualmente porto in tournée tre spettacoli a cui sono molto legata: Mistero Buffo, di Dario Fo e Franca Rame, che ho rielaborato in una versione al femminile; Articoli per signore, un viaggio nel mondo delle donne attraverso il giornalismo del ’900; e S’unda manna, una riflessione poetica e ironica sul cambiamento climatico, la vita e i fantasmi interiori. Sono progetti che amo e curo come fossero davvero dei figli: hanno tematiche forti ma anche un tono leggero, ironico, divertente. Tutti e tre sono fondamentali nel mio percorso».
Oltre alla recitazione, Elisa scrive e ascolta: «Ho sempre avuto la passione per la scrittura e per le storie delle persone. Credo che l’umanità sia la somma delle singole storie: scrivere significa accogliere e abbracciare questa connessione infinita. Anche quando rielaboro le esperienze altrui, una storia particolare può generare una riflessione universale. Raccontare, in fondo, è un modo per superare il tempo».
Essere artista oggi non è facile: «Ho tre lauree, ho fatto tournée, sono riconosciuta, eppure la stabilità è lontana. Il settore è in grande sofferenza e non vedo, al momento, segni di ripresa. Si naviga a vista, sperando di non affondare. Serviranno decenni per restituire dignità e sicurezza agli artisti, ammesso che si inverta la rotta».
E sul fronte della parità di genere, la riflessione è lucida: «Sì, gli ostacoli ci sono ancora, sia nel trattamento, sia nei ruoli, sia nei rapporti di lavoro. È un problema trasversale, che riguarda molti ambiti. Studio questo tema da anni e c’è ancora moltissimo da fare». Alle nuove generazioni di attrici Elisa offre un consiglio sincero: «Studiate tanto e non smettete mai. Non perdete la vostra fiamma, anche quando tutto sembra difficile. Credeteci, sperimentate, trovate la vostra cifra artistica. E, se potete, pensate anche a un piano parallelo che vi permetta di vivere con serenità: la passione è fondamentale, ma bisogna anche proteggersi».
Tra i suoi riferimenti artistici cita Dario Fo e Franca Rame, ma anche Kantor e Bob Wilson: «Amo il teatro che rompe la quarta parete, che dialoga col pubblico, che improvvisa e vive del rapporto diretto attrice-storia-spettatore».
Oggi il suo sogno è far crescere i tre spettacoli già nati: «Sono lavori completi, che meritano di viaggiare ancora. Credo che il teatro cresca con le repliche, con il pubblico, con la vita che si rinnova ogni sera. È sempre più difficile fare tournée, ma non voglio smettere di provarci. E soprattutto, voglio vivere meglio, rispettando i miei ritmi e continuando a portare valore nella vita degli altri con i miei progetti».
Elisa Pistis è questo: una voce che cerca, ascolta e restituisce, con passione e intelligenza, l’eco profonda dell’essere umano.
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