RIS 2015. Il grande spettacolo dei motori parte da Cagliari. Giovedì 11 Giugno la prima prova speciale

“A Cagliari con il Rally Italia-Sardegna 2015 un altro evento mondiale”. Per il secondo anno la prima tappa dell’appuntamento italiano si svolge in città. La prova speciale è in programma l’11 giugno in via Roma, nel circuito che sarà allestito all’interno
“A Cagliari con il Rally Italia-Sardegna 2015 un altro evento mondiale”. Per il secondo anno la prima tappa dell’appuntamento italiano si svolge in città. La prova speciale è in programma l’11 giugno in via Roma, nel circuito che sarà allestito all’interno del porto. Per la città e la Sardegna un’altra grande occasione di visibilità internazionale” spiega il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, parlando del grande evento sportivo che si terrà tra due settimane nel capoluogo sardo.
Partirà da Cagliari e farà il giro di tutta la Sardegna, facendo il pieno di tracciati ad altissimo tasso di spettacolarità, di contesti urbani di grande fascino e di paesaggi di rara bellezza. Rally Italia Sardegna 2015 si avvicina. Dal’11 al 14 giugno 61 equipaggi si sfideranno nella tappa italiana del World Rally Championship, uno degli eventi motoristici più importanti a livello planetario. I più grandi piloti al mondo, in rappresentanza di 25 diverse nazionalità, e le migliori case automobilistiche, attireranno sull´isola i riflettori di ogni parte del globo. Sarà un evento sportivo di primissimo piano, innanzitutto, ma per la Sardegna sarà anche e soprattutto una eccezionale vetrina.
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Un Comune al giorno, paesi di Sardegna: Pimentel, tradizione e archeologia a portata di mano

Pimentel, dove la storia respira tra le colline della Trexenta. Nel cuore della Trexenta, terra fertile della Sardegna centro-meridionale un tempo considerata il granaio di Roma, sorge Pimentel, piccolo centro agricolo di circa milleduecento abitanti, immerso in un paesaggio morbido e generoso fatto di colline coltivate a frutteti, orti, cereali e vigneti, dove tradizione e archeologia si intrecciano in ogni angolo del territorio.
Un Comune al giorno, paesi di Sardegna: Pimentel, tradizione e archeologia a portata di mano.
Pimentel, dove la storia respira tra le colline della Trexenta. Nel cuore della Trexenta, terra fertile della Sardegna centro-meridionale un tempo considerata il granaio di Roma, sorge Pimentel, piccolo centro agricolo di circa milleduecento abitanti, immerso in un paesaggio morbido e generoso fatto di colline coltivate a frutteti, orti, cereali e vigneti, dove tradizione e archeologia si intrecciano in ogni angolo del territorio.
Il suo nome in lingua campidanese è Pramantellu, e il paese racconta ancora oggi le tracce della sua nascita avvenuta attorno al 1670, quando due contrade divise dal torrente Funtana Brebeis — Nuraxi e Saceni — si unirono a formare un solo centro abitato, che conserva l’autenticità delle sue origini. Nel cuore del paese si erge la parrocchiale della Madonna del Carmine, edificata sul finire del Seicento, che custodisce un altare marmoreo ottocentesco e un raro organo artigianale, elementi che parlano di fede e artigianato tramandati nel tempo, mentre le celebrazioni dedicate alla patrona a metà luglio, insieme all’antichissima festa de su Cramineddu e alla sagra de s’Accodiu, animano il paese con processioni in abiti tradizionali e profonde manifestazioni di identità collettiva. A febbraio si svolge la processione per la Madonna di Lourdes, che conduce fino alle grotte di sa Ruta, ulteriore segno di una spiritualità radicata nel territorio.
Ma Pimentel è anche custode di uno dei patrimoni archeologici più affascinanti e misteriosi dell’Isola: lungo la strada per Guasila si incontrano due straordinarie testimonianze dell’epoca prenuragica, risalenti al periodo compreso tra il Neolitico recente e l’età del Rame, tra il 3200 e il 2000 a.C., ovvero la domu de Janas di Corongiu e la necropoli de s’Acqua Salida. Nella prima, una singola tomba scavata nella roccia con pozzetto d’accesso, anticella e cella principale, si scopre un’incisione ancora visibile e marcata in rosso, interpretata come la raffigurazione del volto della Dea Madre — naso e occhi che osservano il defunto — mentre altre decorazioni simboliche arricchiscono le pareti interne. A pochi passi, nella necropoli scavata nei due massi di arenaria del rilievo di Pranu Efisi, si dispiega un vero e proprio manuale di architettura funeraria prenuragica: nicchie, pilastri, colonne, banconi per le offerte, vasche per le abluzioni rituali, incassi per i portelli e tracce di pittura rossa che raccontano riti, credenze e la centralità del culto della vita e della morte. La tomba I colpisce per la sua articolazione: un lungo corridoio introduce all’anticella con portello dipinto, che conduce a tre camerette sepolcrali; altre due tombe presentano decorazioni a rilievo che imitano le travi delle antiche capanne, mentre in una parete ipogea emergono protomi taurine, chiara evocazione della forza maschile e della fertilità, accanto alla figura della Dea Madre, insieme simboli della vita e della fecondità. Nelle domus sono stati rinvenuti reperti risalenti all’epoca repubblicana romana e all’alto medioevo, a conferma della continuità di presenza e culto in questi luoghi. E proprio questa stratificazione — agricola, storica, spirituale e archeologica — rende Pimentel un luogo unico: qui tutto parla di una Sardegna profonda e autentica, dove ogni pietra, ogni tradizione, ogni linea del paesaggio racconta una storia che merita di essere ascoltata.

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