Ogliastra: le ricchezze dimenticate

Un enorme patrimonio storico-artistico in stato di abbandono. Qualche anno dopo l’istituzione della provincia Ogliastra il laboratorio territoriale, nato per definire le linee strategiche generali di sviluppo della nuova provincia, stilò il rapporto d’area esponendo le caratteristiche e le potenzialità
Un enorme patrimonio storico-artistico in stato di abbandono.
Qualche anno dopo l’istituzione della provincia Ogliastra il laboratorio territoriale, nato per definire le linee strategiche generali di sviluppo della nuova provincia, stilò il rapporto d’area esponendo le caratteristiche e le potenzialità del territorio ogliastrino, e gli obiettivi e le priorità d’intervento per valorizzarlo al meglio. Nel documento, datato 2005, si legge:
“L’Ogliastra si rivela ricca di beni archeologici di inestimabile valore. Un censimento fatto nel territorio ogliastrino ha documentato ben oltre duecento monumenti risalenti all’età nuragica.
Tali beni spesso versano in situazione di totale abbandono e sono totalmente assenti politiche di valorizzazione a livello locale e sovracomunale […] La presenza di un numero di siti archeologici così elevato richiederebbe itinerari di valorizzazione ad hoc e la conseguente nascita di strutture di gestione e valorizzazione.”
Già dieci anni fa, quindi, si era fatta presente alla regione Sardegna la situazione di completo abbandono dei beni archeologici ogliastrini, dimenticati nei progetti di riconversione e ristrutturazione, ed esclusi dai piani turistici.
Oggi, nel 2015, come si è evoluta la situazione in Ogliastra?
Da un lato sono state organizzate ottime iniziative culturali, come per esempio Monumenti Aperti, la manifestazione che ha reso diciotto siti di interesse storico visitabili con l’accompagnamento degli studenti, per la prima volta in Ogliastra a Maggio dell’anno scorso.
Dall’altro lato, però, l’Ogliastra continua a soffrire della mancanza di collegamenti efficienti con il resto della Sardegna, e il turismo sembra per la maggior parte ignorare l’entroterra e le offerte culturali, preferendo le vacanze sulle coste e un approccio superficiale alla cultura sarda, limitato ai villaggi e ai complessi turistici balneari.
Il patrimonio artistico e culturale della Sardegna intera è ignorato anche dall’Italia stessa: Quest’anno, in occasione dell’EXPO 2015, le manifestazioni storiche, identitarie e culturali sarde sono state sostanzialmente tralasciate.
Sarebbe giusto, a questo punto, far nascere una riflessione sulle potenzialità inespresse della nostra terra, sul nostro enorme patrimonio culturale, ignorato dal mondo e purtroppo anche da noi stessi.
Articolo di Sara Corona.

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