Il 4 ottobre 1987 piazza San Pietro fu riempita da migliaia di sardi, accorsi a Roma per la beatificazione di Antonia Mesina da parte di Papa Giovanni Paolo II.
Antonia Mesina, cugina del più noto Graziano, il 17 maggio 1935 fu massacrata nella sua Orgosolo per non aver ceduto a un tentativo di violenza. Aveva solo 16 anni. «Il cronista dell’evento – si legge su Sardegna Digital Library – collega il sacrificio della Maria Goretti sarda alla lotta del popolo orgolese, che a Pratobello cercò d’impedire l’occupazione dei pascoli con le basi militari. Il rifiuto della sopraffazione e della violenza sono state le motivazioni fondamentali per la reazione del popolo e della giovane Antonia».
Trentatre anni fa fa si svolse così a San Pietro una vera festa di popolo con migliaia di orgolesi giunti per rendere omaggio alla compaesana beatificata. Tra i presenti anche l’allora presidente della regione Sardegna Mario Melis, il sindaco del paese barbaricino Giovanni Moro e il parroco Antonio Colombu, oltre ad alcuni fratelli della beata e la testimone del massacro Annedda Castangia.
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