Una nuova era di accesso alle cure sanitarie si è aperta nei carceri della provincia di Nuoro grazie a una collaborazione innovativa tra STATE1, il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Cagliari e l’ASL di Nuoro. Il progetto, che utilizza avanzate tecnologie di realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR), promette di rivoluzionare il modo in cui i detenuti accedono ai servizi sanitari, superando le difficoltà logistiche e abbattendo i costi associati al trasporto e alla sicurezza.
Il dottor Spano, docente dell’Università di Cagliari, è stato il collegamento cruciale che ha permesso l’inizio di questa cooperazione durata più di un anno con vari interventi in presenza. Questo lungo lavoro di sinergia ha portato alla proposta di un progetto all’avanguardia che ha trovato subito il supporto dell’ASL di Nuoro.
La sfida principale per l’ASL di Nuoro è stata sempre quella di garantire l’accesso alle prestazioni sanitarie ai detenuti, una popolazione isolata non solo geograficamente – con l’ospedale più vicino a 54 km di distanza – ma anche per la loro condizione di reclusione. Ogni visita richiedeva che il medico si recasse al carcere o che il detenuto fosse scortato fuori, con tutti i problemi e le spese che ciò comportava.
Il sistema XR (Extended Reality) sviluppato da STATE1 risolve questi problemi attraverso l’uso di visori VR che uniscono la realtà aumentata con quella virtuale e permettono a medici, personale infermieristico e pazienti di interagire in uno spazio simulato come se fossero fisicamente nello stesso luogo. Questo approccio innovativo riduce significativamente i costi, garantisce l’anonimato e una protezione della privacy a tutto tondo, dal momento che il medico assume le sembianze di un avatar e non è riconoscibile dal paziente e viceversa, assicurando cure più accessibili.
Come funzionano le visite nello specifico?
Il medico psichiatra indossa il visore nel suo ufficio e l’operatore avvia la sessione. Dall’altra parte, l’infermiera o l’operatore sanitario in turno e il secondino si recano in una stanza apposita col paziente. Successivamente quest’ultimo viene lasciato solo e osservato dalla guardia da fuori, senza poter ascoltare, mentre il detenuto esegue il suo esame psichiatrico.
Durante la fase di prova sul campo, il prodotto ha ricevuto feedback molto positivi nonostante le iniziali resistenze dei medici a causa della loro poca dimestichezza e familiarità con questi dispositivi. Il successo del progetto ha già attirato l’interesse di altri enti statali e cliniche private, interessati a implementare la tecnologia per varie attività, dall’educazione alla formazione, fino ai meeting e al mercato immobiliare.
Rispetto alle videochiamate tradizionali, la tecnologia XR offre una sensazione di presenza reale, permettendo a chiunque la utilizzi di sentirsi fisicamente presente vicino all’altra persona, anche se non è così. Le potenzialità future del sistema sono enormi: STATE1 prevede di implementare nuove funzionalità man mano che riceverà ulteriori investimenti, rendendo questo strumento sempre più unico e sofisticato.
Attualmente, il sistema è in fase alfa e viene utilizzato principalmente per la riabilitazione, la psicologia e la consulenza, con l’obiettivo di sviluppare macchinari personalizzati per ogni investitore. Ad esempio, immaginate se questa tecnologia fosse stata disponibile durante la pandemia: avrebbe potuto fare una differenza significativa nella gestione delle cure a distanza, rendendole nettamente più agevoli.
La partecipazione con gli enti pubblici non è stata priva di sfide, ma il grande successo di questa iniziativa dimostra il potenziale di queste tecnologie per migliorare l’accesso ai servizi sanitari in contesti difficili. Al fine di attrarre nuovi clienti privati, l’azienda continua a sviluppare soluzioni innovative che promettono di rivoluzionare non solo il settore sanitario, ma anche molti altri ambiti.
Fondata nel 2020 da un team di giovani sardi, STATE1 è la prima in Italia ad aver sviluppato una città virtuale in cui gli utenti possono vivere esperienze avvolgenti a 360 gradi. Guidata da Andrea Bandera (CEO) e Davide Sanna (COO), insieme ad Alessandro Loi (CFO), Daniele Argiolas (CIO) e David Spuri (CTO), l’azienda vorrebbe diventare leader oltre i confini nazionali nella creazione di soluzioni immersive che possono trasformare il modo in cui lavoriamo, apprendiamo e ci prendiamo cura della nostra salute.
La collaborazione con l’ASL di Nuoro è solo l’inizio di un percorso che potrebbe portare benefici a molte altre comunità o privati in futuro.
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