All’Auchan di Pirri si pattina sul ghiaccio

Inaugurata lo scorso febbraio, la pista di pattinaggio al coperto del centro commerciale Auchan di Pirri, in via Vesalio, resterà aperta fino ai primi di aprile. Pattinare sul ghiaccio sta diventando anche a Cagliari non solo un intrattenimento pomeridiano per
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Inaugurata lo scorso febbraio, la pista di pattinaggio al coperto del centro commerciale Auchan di Pirri, in via Vesalio, resterà aperta fino ai primi di aprile. Pattinare sul ghiaccio sta diventando anche a Cagliari non solo un intrattenimento pomeridiano per le famiglie e i per giovani ma anche una valida alterativa alle lezioni di educazione fisica nelle scuole. La pista, di 10×30 metri, sita nel piazzale dell’Auchan, ospita infatti persone di tutte le età. Chi vorrà pattinare potrà scegliere se entrare in pista per mezz’ora o per un’ora e mezza e potrà anche avere il supporto di accompagnatori più esperti. Gli orari: durante la settimana dalle 9.30 alle 13.30 e nel weekend dalle 15.30 alle 22.

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Alla scoperta della balentìa, il mito del coraggio sardo tra valore e contraddizione

La balentìa rappresenta uno dei concetti più profondi e discussi dell’identità sarda, un termine che va ben oltre la semplice definizione linguistica per farsi simbolo di un intero modo di intendere la vita. Ma che cosa è veramente la balentìa?
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Alla scoperta della balentìa, il mito del coraggio sardo tra valore e contraddizione.
La balentìa rappresenta uno dei concetti più profondi e discussi dell’identità sarda, un termine che va ben oltre la semplice definizione linguistica per farsi simbolo di un intero modo di intendere la vita. Ma che cosa è veramente la balentìa?
Derivata dalla parola sarda balente, che indica l’uomo valoroso, forte, deciso e coraggioso, la balentìa racchiude in sé un patrimonio di significati che intreccia storia, cultura e sentimento collettivo. È valore, bravura, abilità, vigore, ardimento, forza, coraggio e virilità, ma anche onore, rispetto e lealtà, principi che per secoli hanno costituito la base morale delle comunità sarde, soprattutto in quelle zone dove la parola data e la reputazione valevano più di qualunque legge scritta. Nell’immaginario tradizionale l’uomo balente era colui che non conosceva la paura, che sapeva difendere i deboli, mantenere la parola e affrontare le avversità con dignità e fermezza. Era una figura che univa fierezza e silenzio, forza e misura, incarnando quella nobiltà d’animo che si esprimeva più nei gesti che nelle parole. Tuttavia, con il trascorrere del tempo, la balentìa ha iniziato a cambiare volto, perdendo in parte la sua purezza originaria. Quello che un tempo rappresentava un ideale di coraggio e rispetto reciproco si è spesso trasformato in un concetto ambiguo, talvolta associato a una forza ostentata, a un’idea di potere personale o a prove di coraggio prive di senso.
È in questo slittamento che la balentìa ha assunto anche un’accezione negativa, diventando sinonimo di sfida inutile, di gesti impulsivi, di una virilità esibita più per orgoglio che per vero valore. Non a caso in Sardegna si usa dire balentias chi bandant e benint, miti che vanno e che vengono, che non durano, un modo per ricordare che il vero coraggio non ha bisogno di clamore e che gli eroi effimeri si dissolvono, lasciando spazio a chi dimostra la propria forza attraverso i fatti, non attraverso la vanità. Nella letteratura e nella cultura popolare sarda, la balentìa ha mantenuto un posto centrale, narrata nei canti a tenore, nelle storie tramandate oralmente e nelle opere di scrittori come Grazia Deledda e Salvatore Cambosu, che ne hanno esplorato sia la grandezza che le ombre. Oggi questo concetto sopravvive come eredità morale e culturale, come simbolo di un popolo che ha fatto del rispetto, della fierezza e della resistenza silenziosa i propri tratti distintivi. Ma la balentìa moderna non è più soltanto un ideale maschile legato alla forza fisica o all’orgoglio personale: rappresenta piuttosto una forma di coraggio consapevole, una virtù che si manifesta nella capacità di affrontare la vita con dignità, determinazione e senso di giustizia. La vera balentìa non si impone e non cerca riconoscimenti: vive nei gesti quotidiani, nella solidarietà silenziosa, nella perseveranza di chi, senza rumore, difende i propri valori e la propria terra. È un mito che resiste al tempo, un’eredità viva che continua a raccontare l’anima più autentica della Sardegna.

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