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L’antica città di Nora, situata sul promontorio di Capo Pula e separata dalla terraferma da un istmo, rappresenta uno dei siti archeologici più importanti della Sardegna. Tra i suoi tesori spicca l’unico teatro romano finora conosciuto sull’isola, a differenza dei cinque anfiteatri noti (Tharros, Cagliari, Fordongianus, Sant’Antioco e Nora stessa), che testimonia la presenza e l’influenza romana a partire dalla prima età imperiale.
Nora è citata nelle fonti come la più antica città della Sardegna, ma i dati archeologici indicano come primo insediamento noto Sulki, l’odierna Sant’Antioco. La celebre stele di Nora, datata alla metà dell’VIII secolo a.C., riporta per la prima volta in alfabeto fenicio il nome dell’isola. Frequentata da mercanti levantini fin dall’VIII secolo a.C., la città conobbe una presenza stabile di coloni fenici già all’inizio del VII secolo a.C., testimoniata dalle tombe rinvenute.
Con la conquista cartaginese, Nora si sviluppò e strutturò in un abitato organizzato, con necropoli estese lungo l’istmo e un settore centrale oggi individuato nell’area del foro romano. Nel 227 a.C., con l’istituzione della provincia di Sardinia et Corsica, Nora entrò nell’orbita di Roma e, durante la prima età imperiale, divenne municipium, dotandosi di foro, terme e dell’eccezionale teatro romano, ancora oggi visitabile.
Il sito conserva anche importanti edifici religiosi di epoca punica, tra cui il tempio di Tanit, il santuario ai piedi del Coltellazzo e il santuario di Esculapio, da cui provengono le celebri statue di dormienti in argilla. Le abitazioni private, costruite secondo la tecnica a telaio di tradizione africana, erano spesso dotate di pozzi, cisterne e, dall’età imperiale, di approvvigionamento idrico tramite acquedotto. Tra le residenze spicca la Casa dell’atrio tetrastilo (II-III d.C.), con quattro colonne monolitiche e mosaici policromi, tra cui l’unico mosaico figurato conosciuto a Nora, raffigurante una Nereide.
Il lungo arco di storia di Nora va dall’VIII secolo a.C. fino al definitivo abbandono nell’VIII d.C., passando attraverso una graduale contrazione dell’abitato. Gli scavi iniziarono nel 1889, dopo una mareggiata che mise in luce il tofet, proseguendo con le necropoli puniche e le tombe romane dell’istmo. Negli anni ’50, grazie a Gennaro Pesce, il promontorio fu oggetto di scavi sistematici, che portarono alla luce gran parte della città antica e dei suoi straordinari monumenti.
Oggi Nora rappresenta un unicum storico e archeologico, dove la magia della storia antica si unisce a un paesaggio spettacolare, dominato dalla torre spagnola del Coltellazzo e dall’omonimo isolotto, simboli di un passato millenario che continua a vivere tra pietra, mosaici e il silenzioso fascino del teatro romano.