Lo sapevate che in Sardegna esiste un uccello raro, misterioso e maestoso che si libra in cielo come una creatura leggendaria?
È il grifone, un avvoltoio tra i più rari d’Italia, che oggi sopravvive con appena un centinaio di esemplari. Un tempo popolava vaste aree dell’isola, ma oggi è confinato quasi esclusivamente tra le rocce e i cieli di Bosa e Alghero.
Il suo profilo è inconfondibile: ali enormi, che sfiorano i tre metri di apertura, dorso color ruggine, petto color sabbia, testa e collo candidi. Il volo è lento, solenne, quasi ipnotico: si muove tra le correnti senza fretta, come se il tempo per lui scorresse in modo diverso.
Maschi e femmine si distinguono per dimensioni, con queste ultime che superano anche gli 8 chili. I giovani, simili agli adulti, portano un collare più scuro, segno distintivo della loro età.
Purtroppo, nonostante il loro ruolo ecologico fondamentale – si nutrono di carcasse, evitando la diffusione di malattie – i grifoni sono sempre più minacciati. L’abbandono della pastorizia errante, l’uso di veleni contro predatori come volpi e cani selvatici e persino la loro uccisione per ricavarne trofei imbalsamati sono solo alcune delle cause che hanno portato la specie sull’orlo del baratro.
Vederne uno in volo è una fortuna rara, un’esperienza che lascia senza fiato. E ogni volta che una di queste creature solca l’orizzonte, è come se la Sardegna raccontasse una parte dimenticata della sua storia.