Ulassa. S’espositzione dedicada a Maria Lai prolungà finas a su 30 de onniasantu

canale WhatsApp
Di Massimiliano Perlato
Quando il disegnatore diventa leggenda, al pari del suo personaggio. È il caso di Aurelio Galleppini, in arte Galep, figlio di genitori sardi e padre del mito di Tex Willer, insieme allo sceneggiatore Gianluigi Bonelli. Nato a Casale di Pari (Grosseto), ma profondamente legato alla Sardegna, Galep ha dato volto al cowboy più famoso del fumetto italiano, diventando un nome di culto per generazioni di lettori.
Autodidatta, pittore e illustratore, Galep ha disegnato Tex senza sosta fino alla sua morte, nel 1994. Il punto di svolta della sua carriera arrivò nel 1947, quando incontrò Tea Bonelli, direttrice della casa editrice “L’Audace”, che gli affidò il personaggio destinato a cambiare la storia del fumetto italiano.
Il nome d’arte nacque a Firenze, dove nel 1940 iniziò a collaborare con “L’Avventuroso” della Nerbini. «Galleppini era troppo lungo», raccontò lui stesso nel 1977, «così abbreviai in Gal, poi fu la padrona della pensione a suggerirmi di firmare Galep».
La prima storia di Tex, Il totem misterioso, uscì il 30 settembre 1948: 36 pagine, al prezzo di 15 lire. Per dare il volto al cowboy, Galleppini si ispirò a Gary Cooper, ma i paesaggi che disegnava non erano quelli del West americano: erano le praterie e i deserti della sua Sardegna, terra che conosceva a fondo e che gli fornì la prima ispirazione visiva. Non mancavano riferimenti anche alle montagne del Trentino, dove passava le vacanze in famiglia con taccuino e matita sempre in mano.
Instancabile lavoratore, spesso proseguiva al tavolo da disegno fino alle cinque del mattino. Nei fumetti di Tex si possono ancora scorgere tracce ironiche della sua vita quotidiana: una caffettiera fumante, un motorino o un cagnolino, piccoli “sfoghi” grafici inseriti tra le vignette.
Galep firmò tutte le copertine della serie regolare dal numero 1 al 400, oltre a numerose edizioni speciali. Ma la sua arte non si fermò a Tex: dipinse affreschi e tele per chiese di Cagliari, illustrò romanzi e fiabe per bambini, e nel 1977 realizzò persino una storia a fumetti diversa dal suo cowboy, L’Uomo del Texas, su testi di Sergio Bonelli.
Amava anche la fotografia e i trenini, di cui costruì complessi plastici ferroviari in casa.
Aurelio Galleppini è oggi ricordato con una piazza a Cagliari, una strada a Roma e una targa a Casale di Pari. L’ultima copertina che disegnò, nel febbraio 1994, mostrava Tex a cavallo che si allontana nel deserto salutando con il cappello. Quel sorriso somigliava più a quello del suo creatore che a un attore hollywoodiano. Un mese dopo, il 10 marzo 1994, Galep si spense a Chiavari, lasciando un’eredità artistica senza tempo.