Lanusè: s’iscola tzìvica de mùsica at apertu is iscritziones

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Oggi vi proponiamo un quiz non molto facile ma con a supporto una foto meravigliosa che rappresenta la prima giostra a cavalli della Sardegna. Siamo nel 1920 e tutto il carrozzone dei divertimenti arrivava direttamente da Parigi: la famiglia che lo portò è ancora impegnata in attività di divertimento e intrattenimento. Avete capito chi sono? Ovviamente i famosi Duville. Ecco un po’ di storia e la risoluzione del quiz.
Ci troviamo a Decimomannu e quella che si sta festeggiando con la giostra di Pol Duville è Santa Greca. Nel 1920 la Festa di Santa Greca a Decimomannu accolse una novità destinata a rimanere nella memoria collettiva: la prima giostra a cavalli in Sardegna, portata da Pol Duville e da sua moglie Adelasia Dell’Innocenti, in arrivo da Parigi. Un segno di come la celebrazione della Martire sia sempre stata non solo evento religioso, ma anche occasione di incontro popolare e festa di comunità.
La devozione a Santa Greca, giovane cristiana vissuta nel IV secolo e martirizzata sotto Diocleziano, affonda radici profonde. La tradizione racconta le torture inflitte alla ragazza – i tre chiodi conficcati nel capo e la successiva decapitazione – per costringerla a rinnegare la fede. La santificazione ufficiale avvenne il 30 settembre 1928, ma la devozione popolare aveva da tempo consolidato la centralità della Santa nella comunità. A lei sono dedicate tre ricorrenze: il 12 gennaio, il 1° maggio (in concomitanza con la partenza del pellegrinaggio di Sant’Efisio) e soprattutto l’ultima domenica di settembre, la grande festa nota come Sant’Arega Manna.
Il momento più suggestivo dei riti è la vestizione del simulacro, ricoperto di preziosi monili d’oro, seguita dal rito de s’Incontru tra la statua e le reliquie portate in processione dagli Obrieri e dalla Confraternita. I fedeli scendono anche nella camera ipogeica sotto la chiesa, ritenuta il luogo della prigionia e delle torture della Santa.
Alla componente religiosa si è sempre affiancata quella popolare: bancarelle, spettacoli, canti, balli e degustazioni, in un intreccio di devozione e festa che ha reso Santa Greca un punto di riferimento per Decimomannu e per l’intero Campidano. Non a caso, già agli inizi del Novecento, i cagliaritani accorrevano in massa con spirito goliardico, come ricorda il folklorista Raffa Garzia in un antico mutettu:
«A Sant’Arega andeus / cun totu sa cambarada; // e impari ndi torreus / cun sa conca segada.»
(“Andiamo alla festa di Santa Greca / con tutta la brigata; // e ne torniamo assieme / con la testa rotta”).
La festa di Santa Greca rimane così un simbolo di identità, memoria e comunità, capace di rinnovarsi nel tempo senza perdere il legame con la propria storia.