Barì. Unu fogu mannu at interessadu eris sa zona de Goleni
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Un nuovo studio pubblicato su Science cambia radicalmente ciò che pensavamo sull’arrivo dei gatti domestici in Europa. E nelle pagine della ricerca c’è anche la Sardegna, protagonista grazie al contributo della professoressa B. Wilkens, che ha fornito reperti fondamentali per ricostruire il percorso evolutivo del felino più amato al mondo. A spiegarci al meglio la situazione è il paleontologo sardo, Daniel Zoboli.
La ricerca ha costruito un ampio transetto genomico lungo 11.000 anni, analizzando DNA antico di gatti provenienti da Europa e Vicino Oriente. Il risultato è sorprendente: gli esemplari considerati finora appartenenti al clade mitocondriale del Felis lybica lybica – il gatto selvatico africano da cui discende il gatto domestico – e datati tra 9.500 e 6.300 anni fa, erano in realtà gatti selvatici europei (Felis silvestris) che avevano incrociato antenati africani molto prima del previsto.
Lo studio evidenzia un graduale aumento dell’ascendenza africana nei gatti antichi, dal 9 al 34%, spostandosi dalla Bulgaria all’Anatolia centrale. Ma la scoperta più clamorosa arriva dal cuore della Sardegna.
Il più antico gatto europeo geneticamente riconducibile al cluster di F. l. lybica e del moderno F. catus proviene dal sito di Genoni, nella Marmilla. Datato a circa 2.200 anni fa, l’esemplare presenta un profilo genetico quasi identico agli attuali gatti selvatici sardi. Entrambi risultano strettamente imparentati con il gatto selvatico marocchino, suggerendo che la popolazione felina sarda abbia origini nordafricane.
Tutti gli altri resti di gatti appartenenti al medesimo cluster, ritrovati in Europa e Anatolia, sono più recenti: non più vecchi di 2.000 anni. Questi animali mostrano già il patrimonio genetico tipico dei gatti domestici moderni e una forte affinità con i F. l. lybica africani, più marcata rispetto ai parenti del Levante. La loro rapida diffusione nel Mediterraneo, avvenuta negli ultimi due millenni, è chiaramente registrata nelle linee materne del loro DNA, segno di una vera e propria espansione demografica.
I risultati smentiscono la vecchia teoria che voleva i gatti domestici introdotti in Europa già nel Neolitico, insieme ai primi agricoltori. La nuova cronologia racconta invece due ondate distinte:
Prima ondata – Gatti selvatici del Nord Africa nordoccidentale raggiungono la Sardegna, dando origine all’attuale popolazione selvatica dell’isola, geneticamente “marocchina”.
Seconda ondata (non più tardi di 2.000 anni fa) – Una popolazione felina nordafricana distinta, ancora non identificata, si diffonde in tutta Europa, stabilendo il pool genetico dei gatti domestici moderni.
La ricerca, firmata da De Martino et al. (2025), ridisegna il percorso evolutivo del gatto domestico e attribuisce alla Sardegna un ruolo centrale nella storia naturale di uno degli animali più iconici dell’umanità. Un nuovo tassello che cambia la narrazione, mostrando come l’isola sia stata una porta d’ingresso fondamentale nelle antiche rotte felina attraverso il Mediterraneo.
Riferimento:
De Martino et al. (2025). The dispersal of domestic cats from North Africa to Europe around 2000 years ago. Science, 390(6776). DOI: 10.1126/science.adt2642