Un confronto tra maggioranza e opposizione, quello di ieri pomeriggio, che ha messo sul tavolo alcune spinose questioni relative ai provvedimenti presi da Cannas per l’estate 2014 in materia di abusivismo camperistico ed emissioni acustiche nei locali notturni.

Per Fabrizio Selenu e gli altri quattro consiglieri di minoranza, le scelte portate avanti dall’amministrazione non sono state felici “Con questi provvedimenti è stata sottovalutata l’importanza dell’economia turistica di Tortolì. Per spostare la concessione demaniale all’Arbatax Park è bastata una manciata di giorni, per tutto il resto sono stati posti ostacoli ben più complessi. Se il sindaco e i suoi avessero coinvolto tutto il consiglio in queste decisioni, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. L’opposizione andrebbe sempre interpellata, di certe problematiche dovremmo parlare tutti insieme. Nonostante esistano delle regole, non abbiamo trovato giusto danneggiare le imprese turistiche del luogo – campeggi e locali notturni – che a giugno, quando è subentrato il sindaco Cannas, avevano già investito sulla stagione, pensando che le cose sarebbero andate come negli anni passati. Il malumore degli imprenditori del settore turistico è forte: stiamo seriamente rischiando di perdere il turismo giovanile e la presenza degli stessi giovani tortoliesi, che dinnanzi a certe restrizioni migrano verso altre mete del divertimento, come San Teodoro. Avremmo dovuto mettere la questione in standby fino a settembre e poi organizzare, secondo le norme, l’estate 2015 nel migliore dei modi e in osservanza delle normative”.

Lapidaria la risposta di Cannas: “Le regole esistono e vanno rispettate da tutti. Non abbiamo fatto figli e figliastri, qui non c’è nessun padrone. Quelli dell’opposizione sono stati attacchi disinformativi ad effetto politico. Ogni imprenditore ha il diritto di difendere la propria impresa ma non a discapito della salute e della serenità dei cittadini, che hanno oltretutto una normativa dalla loro parte. Non possono passare in sordina denunce e lamentele. Noi abbiamo fatto i controlli necessari e applicato le norme previste dal piano acustico tortoliese, cercando allo stesso tempo di venire incontro agli imprenditori ( sorvolando, ad esempio, sulle sanzioni) in cerca di una soluzione e trattando tutti alla stessa maniera. Per fare in modo che la prossima estate non sorgano più questi problemi, sarà necessario, per gli imprenditori, attrezzarsi dal punto di vista tecnologico per ridurre le emissioni. Sarà necessario un investimento, certo, ma siamo certi che verrà ammortizzato in fretta e che il Comune sarà al loro fianco. L’economia del turismo deve progredire facendo i passi adeguati, altrimenti vivremo ancora disagi e tensioni inutili. Che l’esperienza di questa estate sia preziosa per il prossimo anno. Quindi riteniamo quelle della minoranza solo delle diffamazioni gratuite atte a disorientare l’opinione pubblica”.

Tra le onde tranquille della Sardegna e il ritmo frenetico di Manhattan, c’è una storia che unisce due mondi lontani ma profondamente legati: quello di Elisa Sirigu, quarantenne nata e cresciuta a Cagliari, che ha trasformato un sogno coltivato tra le vie della sua città natale in una realtà vibrante a Wall Street. Dal mare cristallino della Sardegna alle luci sfavillanti di New York, il suo percorso racconta di coraggio, determinazione e un legame indissolubile con le proprie radici, capace di attraversare continenti e culture senza mai perdere il calore della propria terra.

Qualche informazione su di te, Elisa?

«Mi chiamo Elisa, sono nata a Cagliari 40 anni fa e qui ho completato tutti i miei studi fino alla laurea in Economia Manageriale. Dopo, un progetto di Business English mi ha portata a Boston per tre mesi, un’esperienza che mi ha follemente fatto innamorare dell’America, in particolare di New York City. Ricordo ancora quel viaggio in pullman, durato quattro ore, che mi ha portata nella Grande Mela.»

Il giorno in cui Elisa ricevette la Green Card

Quando hai deciso di trasferirti e perché?

«Dopo la laurea sognavo di lavorare in banca, ma ho inviato decine di curricula a tutte le banche italiane senza mai ricevere risposta. L’esperienza a Boston aveva però acceso in me il desiderio di tornare in America, stavolta per restarci. Così ho spostato il mio focus verso New York. Con un po’ di caparbietà, tipica del mio segno zodiacale, il Sagittario, e forse anche un pizzico di fortuna, nel gennaio 2015 sono arrivata a Wall Street, dove ho iniziato a lavorare per Lavazza USA nel marketing e negli eventi di lusso. Collaboravo con brand come US OPEN, Prada, Ferrari e Formula 1, viaggiando in lungo e in largo negli Stati Uniti e in Canada.»

Sul posto di lavoro

C’è stato un momento in cui hai pensato di tornare indietro?

«Ironia della sorte, proprio una settimana prima di partire per New York, mi era arrivata la proposta di lavoro in banca in Italia. Ma ormai avevo chiuso quella porta per sempre. L’America mi ha dato ciò che il mio Paese mi negava: la possibilità di emergere per il mio impegno e talento, senza dover aspettare o cercare favori.»

Quando Elisa è diventata Cittadina Americana

Come si è sviluppata la tua vita personale e professionale da allora?

«Sono passati dieci anni e sono cresciuta moltissimo, sia professionalmente che personalmente. Nel 2018 ho sposato Danny, CFO di un’azienda petrolifera, e nel 2021 è nato nostro figlio Luke, che sta crescendo bilingue… e conta in sardo fino a dieci! Nel 2023 ho ottenuto la cittadinanza americana, il mio “passaporto blu”, che ha coronato il mio American Dream. Però, anche se ora sono cittadina americana, resterò per sempre una Sarda con orgoglio.»

Matrimonio in Sardegna

Che lavoro svolgi attualmente?

«Continuo a occuparmi di Marketing, anche se in questo periodo ho virato verso l’amministrazione per poter dedicare più tempo al mio ruolo di mamma.»

Dove vivi?

«A Long Island, New York, in una comunità con molti italo-americani e a soli cinque minuti dal mare. Da buona sarda, non potevo certo rinunciare al mare, nemmeno dall’altra parte dell’oceano.»

Hai intenzione di tornare in Sardegna?

«Certo, ma solo per le vacanze estive. La Sardegna è la mia radice, il mio orgoglio, il luogo dove vive la mia famiglia e i miei amici di una vita. Il legame è fortissimo, ma la mia casa è New York.»

Vacanze in Sardegna con Danny e Luke

Cambieresti qualcosa del tuo percorso?

«No, nulla. Anche se non è stato sempre facile, né per raggiungere i miei obiettivi né per la lontananza dalla famiglia, ogni esperienza mi ha aiutata a guardare la vita da una prospettiva diversa. Ne sono grata ogni giorno.»

Vacanze in Sardegna

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

«Vivo alla giornata, per ora. Il sogno? Un appartamento a Manhattan, il cuore pulsante di New York.»

Elisa è la dimostrazione vivente che le radici e i sogni possono convivere, che la Sardegna si porta nel cuore anche a migliaia di chilometri di distanza, e che con determinazione e coraggio si possono conquistare nuovi mondi senza dimenticare da dove si viene.

.