Viscardi, Sioni e gli allievi

L’Ogliastra Rugby nasce a fine 2013 per volontà del Presidente Michele Viscardi e dei soci fondatori Fulvio Michele Sioni, Nicola Cucca e Mirco Congiu. “La nostra volontà – spiega Viscardi – è quella di riuscire a trasmettere i valori della cultura rugbistica ai bambini e ai ragazzi ogliastrini. I valori di cui parlo sono il rispetto, la lealtà, l’onestà, la solidarietà e il sano cameratismo, che se  fatti propri potrebbero essere di grande aiuto anche nella vita quotidiana dei ragazzi”.

L’offerta sportiva è stata quindi offerta dai promotori agli istituti scolastici ogliastrini, che presto daranno risposta in merito. In attesa di iniziare questo tipo di attività dimostrativa, Viscardi e i suoi hanno iniziato, grazie all’ospitalità del Convitto di Tortolì, gli allenamenti dedicati ai ragazzi più grandi, con l’obiettivo di riuscire a portare una squadra ogliastrina a competere a livello regionale in breve tempo.

“Il rugby in Ogliastra deve avere una funzione aggregativa che possa andare in controtendenza rispetto all’esasperato concetto di rivalità e campanilismo tipico del calcio. Nel rugby non esistono nemici ma solo avversari, che poi, durante il “terzo tempo” in cui ci si ritrova a mangiare e bere tutti insieme, diventano molto spesso amici per tutta la vita” aggiunge l’allenatore.  “Il rugby è uno sport bellissimo e molto, molto divertente. Invito tutti a venire a provare. A questo sport possono giocare tutti, bassi e alti, grassi e magri, lenti e veloci, timidi ed estroversi. Vi aspettiamo tutti i lunedì ed i gioved’ al campo del Convitto (Ist. Agrario) dalle 16 alle 18,30!”.

Nel cuore della Sardegna centrale, è il Mandrolisai a custodire un primato affascinante: qui si trova la chiesa con il rosone più grande dell’intera isola.

Il santuario si erge nelle campagne di Sorgono, il principale centro della zona, all’interno del complesso di San Mauro, luogo di culto con origini antiche che alcuni studiosi collegano ai monaci benedettini, mentre altri ne attribuiscono la fondazione all’epoca aragonese.

L’attuale aspetto dell’edificio è frutto di una lunga evoluzione architettonica: dalla fine del Quattrocento al pieno Cinquecento, con aggiunte in stile barocco nei secoli successivi.

Giunti al santuario, ci si trova davanti a una solenne facciata in trachite, ampia e severa, che si innalza per 10 metri e si apre su una scalinata monumentale, sorvegliata da due leoni scolpiti, fieri custodi dello stemma aragonese.

Ma l’elemento che domina la scena è il rosone romanico che troneggia sopra il portale: con i suoi 4,5 metri di diametro, rappresenta un unicum nell’architettura sacra sarda per grandezza e impatto visivo.

Il santuario è parte integrante di un complesso più ampio, dove si trovano le tradizionali “cumbessias” – semplici abitazioni allineate, un tempo riservate ai pellegrini, oggi memoria viva di un passato condiviso tra devozione e accoglienza.

Raggiungere il sito è facile: si trova a breve distanza dal centro abitato di Sorgono, in una cornice naturalistica e spirituale tra le più suggestive dell’isola.