Nel settembre del 2012 Alessandro Mulas, ventiduenne lanuseino con a cuore le arti, riflette sul fatto che in Ogliastra manchi spesso la possibilità, ai giovani talenti, di farsi conoscere, mettendo in campo le proprie abilità. Pochi mesi dopo, Alessandro decide di passare all’azione e di rendere realtà questi pensieri, ideando la rassegna Ogliastra’s Got Talent.

“Il nome della rassegna può richiamare la trasmissione televisiva spesso in onda sulle reti Mediaset, ma la nostra formula è diversa, soprattutto perché diamo la possibilità di esibirsi solo a cantanti e strumentisti” – spiega Alessandro – “Ho deciso di dare questo nome alla rassegna perché fermamente convinto del fatto che in Ogliastra ci siano molti talenti che meritano di essere conosciuti e apprezzati”.

La rassegna ha avuto luogo ieri sera a Lanusei, al Teatro Tonio Dei, presentata dallo stesso organizzatore. Sedici i concorrenti in gara e pubblico numerosissimo in platea. Grande soddisfazione per gli organizzatori e per i ragazzi che ieri si sono messi in gioco.

Il bando di iscrizione al concorso era destinato ai ragazzi tra i 14 e i 25 anni. In giuria hanno trovato posto alcuni esperti del settore: la professoressa Gabriella Gallus, il presidente dell’associazione La Discoteca 74 Giorgio Melis e il musicista Francesco Piccitto. Sul podio, al primo posto, si è classificata una giovane cantante di Loceri, Carla Giulia Striano. Secondo classificato Adriano Pusceddu di Tortolì, chitarra e voce. Bronzo, invece, per il duo composto da Michele Agus, organettista di Villagrande, e Nicolò Piroddi, suonatore di launeddas di Tertenia.

“Sono molto soddisfatto di questa seconda edizione di Ogliastra’s Got Talent. La fatica è stata ampiamente ripagata dal calore del pubblico e dalla bravura dei concorrenti”- afferma Alessandro Mulas, che già pensa con entusiasmo alla prossima edizione.

Tra sughere secolari e panorami scolpiti dal tempo, nel cuore del Parco della Giara, scorre silenziosa una delle risorse più preziose dell’area: la sorgente di S’Ala Messi. Qui l’acqua emerge dalla roccia, regalando ristoro alla fauna locale e, in particolare, ai Cavallini della Giara, simbolo vivente di questo ecosistema unico.

Foto Parco della Giara

In un ambiente in cui la siccità può protrarsi per mesi, sorgenti come S’Ala Messi non sono soltanto corsi d’acqua: rappresentano veri e propri punti di equilibrio naturale, indispensabili per la sopravvivenza di specie che da secoli abitano questi territori.

Foto Parco della Giara

Per i cavallini, che si muovono liberi tra pascoli e boschi, la sorgente è una tappa vitale quotidiana, un luogo dove dissetarsi e rigenerarsi, ma anche un simbolo della forza di un ecosistema fragile ma sorprendentemente resistente.

Foto Parco della Giara

La protezione di questi luoghi non è dunque solo una questione di natura: è un impegno per conservare un patrimonio vivente, un microcosmo dove ogni goccia d’acqua conta e ogni sorgente ha il valore di una vita.