Tortolì.I vacanzieri russi salvano, ma solo in parte, la stagione estiva
L’arrivo, annunciato in pompa magna ad aprile, di novecento vacanzieri russi a settimana, all’Arbatax Park Resort, da maggio ad ottobre, non è servito a risollevare del tutto le sorti del turismo a Tortolì. La notizia dello sbarco dei

turisti russi a passeggio per Tortolì
L’arrivo, annunciato in pompa magna ad aprile, di novecento vacanzieri russi a settimana, all’Arbatax Park Resort, da maggio ad ottobre, non è servito a risollevare del tutto le sorti del turismo a Tortolì.
La notizia dello sbarco dei russi, corredata dalla comparsa delle prime scritte in cirillico nelle vetrine della cittadina, aveva fatto ben sperare i commercianti tortoliesi messi a dura prova dalla crisi e da un lunghissimo inverno povero di incassi. Ed ora, a stagione ormai iniziata, è tempo di un primo bilancio: i vacanzieri russi sono arrivati, ma i numeri, a parere dei negozianti, non sono quelli sperati. E gli umori non sono del tutto positivi.
La titolare del negozio Valentina Intimo dice: “Qualche turista russo in giro si vede, ma di certo non si tratta dei numeri annunciati tempo fa. Parliamo di un turismo medio, molti di loro non hanno grandi possibilità economiche. In ogni caso se non ci fossero loro, le nostre casse sarebbero vuote.”
Dello stesso parere anche i proprietari di Viceversa, negozio di abbigliamento. “I russi – spiegano- stanno salvando questo inizio stagione, creano movimento. E meno male che ci sono almeno loro, dato che per il momento altri turisti non se ne vedono.”
Decisamente delusa la titolare del negozio di calzature La Pelle. “Li trovo molto diffidenti, niente a che vedere con i i turisti russi che vennero due anni fa – fa sapere la commerciante – con loro si lavorava molto meglio, avevano soldi e li spendevano. Noi commercianti abbiamo riposto tante speranze sul loro arrivo ma le aspettative, a mio parere, non sono state confermate. Il problema della crisi è a monte, non lo risolvono i turisti russi. Abbiamo bisogno anche degli italiani, ma quest’anno il 50 per cento di loro non andrà in vacanza. Se non verranno risolti i problemi di isolamento della nostra provincia, a partire dai trasporti, Tortolì continuerà a non essere meta turistica.”
Anche Gianni Piroddi, Presidente Confesercenti Ogliastra, non è soddisfatto della situazione: “Le 900 presenze a settimana non sono state assolutamente confermate, si parla della metà dei numeri annunciati, almeno fino ad oggi. I turisti russi che vediamo passeggiare per il nostro centro sono la classe medio bassa, la classe operaia, lontana dal nostro immaginario del turista ricco. Quelli con i soldi infatti vanno in costa Smeralda. Sicuramente nel buio di questa sconfortante situazione portano un po’ di luce, ma parliamo sempre di briciole.”
A vedere il bicchiere mezzo pieno è invece Tanino Melis, ex presidente del Consorzio industriale e titolare di un negozio di ottica in centro. “Bisogna vederla in maniera positiva. L’Ogliastra – commenta Melis – è l’unica zona che ha avuto nei mesi di maggio e giugno più presenze turistiche. I russi stanno creando movimento ed economia per tutti l’indotto. Pensiamo se anziché quattrocento ne venissero duemila a settimana, cosa sarebbe per Tortolì, che può accogliere fino a cinque mila posti letto. I tortoliesi dovrebbero obbligare l’amministrazione comunale a partecipare ai workshop con i vettori russi. E se l’aeroporto funzionasse avremmo un turismo molto più ricco.”
Nonostante la delusione generale, il parere dei commercianti è univoco: i vacanzieri russi hanno avuto il merito di salvare, in parte, questo inizio stagione 2013, che altrimenti sarebbe stato un flop.

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