Riciclo d’artista. Intervista a Virginia Brescia
Riciclo d’artista. Virginia Brescia si racconta a noi di Vistanet. Virginia, tutti sanno che possiede un modo particolare di dipingere e di realizzare i suoi quadri. Può spiegarci qual è la caratteristica del suo stile? Quel che realizzo
Riciclo d’artista. Virginia Brescia si racconta a noi di Vistanet.
Virginia, tutti sanno che possiede un modo particolare di dipingere e di realizzare i suoi quadri. Può spiegarci qual è la caratteristica del suo stile?
Quel che realizzo non è un “dipingere”, ma un “comporre” su tela, quasi un avvicinamento al tridimensionale, alla scultura. Il mio stile? Preferisco parlare di “non omologazione”, opero riciclaggio di materiali, diversi tra loro: spago, legno, filo colorato, plastica, stoffa ecc. A volte raccolti nelle mie lunghe passeggiate immersa nella natura. Utilizzo acrilici diamantati e smalti, oro e argento, soprattutto il bi-colore, una mia caratteristica. Non svelo di più, perché gli artisti sono come i cuochi, hanno i loro segreti.
Ci racconti come e quando ha iniziato a dedicarsi all’arte. Autodidatta o ha frequentato una scuola d’arte?
Ho iniziato alle scuole medie, tre anni straordinari con un professore eccellente, in cui ho appreso le tecniche fondamentali. Ho amato da subito l’arte e la storia dell’arte, con estrema passione. Il resto è tutto una sperimentazione e un autodidattismo allo stato puro. Le scuole e i corsi ti danno la tecnica e gli strumenti, ma non la creatività e la capacità espressiva. Il saper comunicare il tuo messaggio personale, regalare emozioni e sensazioni è altra cosa.
Si reputa un’artista sarda oppure un’artista del mondo?
Mi piace che si scriva di me “artista osinese”, per l’estremo legame che ho con questo paese. Per elogiare questa meravigliosa terra, dovrei rispondere “sarda”, ma un’artista non può isolarsi, nè ghettizzarsi e ritagliarsi un angolo di paradiso. Deve essere di mente aperta e varcare i confini, per cui dico che mi sento molto “cosmopolita”.
Qual è il colore che predilige nelle sue opere?
Il mio colore è il nero, che tutti ritengono un colore negativo, per il buio, l’oscurità che emana. Io invece lo sento un colore positivo, forte e deciso, come la mia personalità, determinazione, autostima. Nessuna via di mezzo.
Che artisti ammira?
Non penso si possa “minimizzare” o “banalizzare”, l’artista in una parola così semplice come “bravura”. Esistono capolavori della tecnica e capolavori artistici che ti prendono l’anima e il cuore. Posso dire ciò che preferisco perché “degustibus non est disputandum”. Van Gogh, Dalì, Caravaggio e i nostrani Sergio Muntoni, di cui ammiro il realismo straordinario, i colori caldi, l’energia e la sensibilità, il messaggio che invia e arriva dritto al cuore e Antonio Cotardo, di cui ammiro i falsi d’autore rivisitati con particolari messaggi che solo una mente acuta può carpire e la sua splendida “Primavera”, un gioiello dell’interiorità.
Da cosa dipende il valore commerciale di un’opera?
Questa è una domanda alla quale non so rispondere. Non ho mai considerato l’arte come una merce e non credo si possa dare un valore economico ad un lavoro così intimo e personale.
Com’è il suo rapporto con gli altri artisti ogliastrini?
A volte prevale l’invidia e la necessità di sminuire il lavoro altrui, ma io mi sono sempre trovata bene con tutti gli artisti con cui ho esposto, in particolare con Francesco Pessei, Antonio Cotardo, Maria Sulas, Gianni Casu, Francesco Dau e Francesco Spatara, essendo socievole, adoro la diversità, un artista si deve arricchire anche osservando l’altrui lavoro, un’artista non può essere banale e guardare con diffidenza il resto del mondo artistico.
Qual è il posto più bello dove è stata esposta una sua opera?
Posso dire fortunatamente, che gli ambienti sono stati tutti meravigliosi e adeguati, ma qualcuno in particolare, la galleria comunale di Osini, molto luminosa, centrale e moderna e il Symposium dell’Hotel la Bitta in occasione del Festival de sa Sarda Poesia, il 28 di aprile, ambiente molto luminoso, arredamento moderno e un enorme e splendido acquario a fare da sfondo.
Qual è la più grande soddisfazione che ha avuto come artista?
La mia più grande soddisfazione è sentire il calore della gente, leggere i loro commenti, la considerazione e l’affetto che mi riservano, entrare nel loro cuore. Poi l’essere sempre invitata alle manifestazioni culturali, rilasciare interviste. Tutto spontaneo, tutto semplice e mai costruito volutamente. Un cammino lento, difficile, quello per arrivare ad accarezzare il proprio sogno, ma ricco di colpi di scena e adrenalinico. Ma più di tutto è soddisfacente che oltre al talento ti vengano riconosciute le doti umane.

© RIPRODUZIONE RISERVATA