giovani atleti karate

Ancora una volta gli atleti ogliastrini della Funakoshi Tortolì e della Funakoshi Dojo Jerzu si sono fatti onore durante le dibattute gare in seno alla Coppa del Mondo 2013 di karate e kick boxing, svoltasi presso il Palazzetto dello Sport di Cagliari domenica 21 aprile.

Guidati dal maestro Sergio Muntoni e dal figlio Stefano, entrambi abili cinture nere, i ragazzi delle due squadre ogliastrine hanno portato a casa la bellezza di venticinque medaglie complessive. Gli atleti in gara, provenienti da diverse nazioni, erano in tutto 350 e il clima chiaramente molto teso e competitivo. Raccontano i maestri: “Siamo veramente orgogliosi dei nostri ragazzi,che hanno dato una grande prova di tecnica e grinta sia nel kata che nel kumite. Il contesto era prestigioso e i nostri ventuno giovani allievi hanno dimostrato di essersi preparati al meglio per questo appuntamento”. Da segnalare, tra le varie, la premiazione degli atleti più giovani del torneo, provenienti proprio dalla scuola ogliastrina Funakoshi: Francesco Contu ed Elsa Carta, entrambi di soli sei anni. Una bella soddisfazione per insegnanti e allievi e anche per noi ogliastrini: non esiste solo il calcio ma anche molte altre discipline sportive dalle antiche e prestigiose radici. Questi giovani talentuosi sono per noi un vero orgoglio.

Oggi vi proponiamo un quiz non molto facile ma con a supporto una foto meravigliosa che rappresenta la prima giostra a cavalli della Sardegna. Siamo nel 1920 e tutto il carrozzone dei divertimenti arrivava direttamente da Parigi: la famiglia che lo portò è ancora impegnata in attività di divertimento e intrattenimento. Avete capito chi sono? Ovviamente i famosi Duville. Ecco un po’ di storia e la risoluzione del quiz.

Ci troviamo a Decimomannu e quella che si sta festeggiando con la giostra di Pol Duville è Santa Greca. Nel 1920 la Festa di Santa Greca a Decimomannu accolse una novità destinata a rimanere nella memoria collettiva: la prima giostra a cavalli in Sardegna, portata da Pol Duville e da sua moglie Adelasia Dell’Innocenti, in arrivo da Parigi. Un segno di come la celebrazione della Martire sia sempre stata non solo evento religioso, ma anche occasione di incontro popolare e festa di comunità.

Foto di Massimo Duville

La devozione a Santa Greca, giovane cristiana vissuta nel IV secolo e martirizzata sotto Diocleziano, affonda radici profonde. La tradizione racconta le torture inflitte alla ragazza – i tre chiodi conficcati nel capo e la successiva decapitazione – per costringerla a rinnegare la fede.  La santificazione ufficiale avvenne il 30 settembre 1928, ma la devozione popolare aveva da tempo consolidato la centralità della Santa nella comunità. A lei sono dedicate tre ricorrenze: il 12 gennaio, il 1° maggio (in concomitanza con la partenza del pellegrinaggio di Sant’Efisio) e soprattutto l’ultima domenica di settembre, la grande festa nota come Sant’Arega Manna.

Il momento più suggestivo dei riti è la vestizione del simulacro, ricoperto di preziosi monili d’oro, seguita dal rito de s’Incontru tra la statua e le reliquie portate in processione dagli Obrieri e dalla Confraternita. I fedeli scendono anche nella camera ipogeica sotto la chiesa, ritenuta il luogo della prigionia e delle torture della Santa.

Alla componente religiosa si è sempre affiancata quella popolare: bancarelle, spettacoli, canti, balli e degustazioni, in un intreccio di devozione e festa che ha reso Santa Greca un punto di riferimento per Decimomannu e per l’intero Campidano. Non a caso, già agli inizi del Novecento, i cagliaritani accorrevano in massa con spirito goliardico, come ricorda il folklorista Raffa Garzia in un antico mutettu:

«A Sant’Arega andeus / cun totu sa cambarada; // e impari ndi torreus / cun sa conca segada.»
(“Andiamo alla festa di Santa Greca / con tutta la brigata; // e ne torniamo assieme / con la testa rotta”).

La festa di Santa Greca rimane così un simbolo di identità, memoria e comunità, capace di rinnovarsi nel tempo senza perdere il legame con la propria storia.