Uno dei modi migliori per percorrere e conoscere i diversi aspetti del paesaggio dell’isola, soprattutto dell’interno, è attraverso un viaggio con il Trenino Verde. Il treno attraversa un territorio ricco di vegetazione, dove la linea ferrata, i ponti, le stazioni, le case cantoniere sembrano far parte da sempre del paesaggio, perfettamente inseriti in un contesto ambientale a volte raggiungibile solo con la ferrovia. Il treno si sposta alla giusta velocità, consentendo al viaggiatore di osservare e conoscere al meglio il paesaggio, la vegetazione, che lentamente cambia così come si procede sulla linea. Da lunedì 15 aprile sarà possibile farlo grazie al Programma “Viaggi a vapore”, il nuovo calendario stilato da Il Trenino Verde della Sardegna in  collaborazione con l’ARST , l’azienda regionale dei trasporti. Si può viaggiare sul Trenino Verde, allestito con la composizione più prestigiosa: la locomotiva a vapore Reggiane 400 e la carrozza d’epoca Bauchero 407. Questo il calendario:

Monserrato –Mandas: 15, 22, 29 aprile e 6, 11 maggio (partenza 9.20 – arrivo 12.20)

Mandas – Seui: 16, 25, 25 aprile e 7, 12 maggio (partenza 9.00 – arrivo 13.30)

Seui – Mandas: 17, 24, 26 aprile e 9 maggio (partenza 9.00 – arrivo 13.30)

Mandas- Monserrato: 18,27, 30 aprile e 9 maggio (partenza 15.08 – arrivo 18.18)

Monserrato – Mandas: 19, 20 aprile e 3,4, 10 maggio (partenza 9.20 – arrivo 12.20)

Mandas – Monserrato: 19, 20 aprile e 3,4, 10 maggio (partenza 15.08 – arrivo 18.18)

Per informazioni, costo dei biglietti e prenotazione: ARST Servizio Commerciale tel. 070.580246- Stazione di Mandas 070.984234, oppure [email protected]

«La Sardegna è ampia, consueta, nient’affatto irregolare, ma che svanisce in lontananza. Dà una sensazione di spazio… incantevole spazio intorno e distanza da viaggiare, nulla di finito, nulla di definito. E’ come la libertà stessa» David Herbert Lawrence

La Sardegna è spesso considerata un’isola “asismica”. In realtà, pur essendo una delle regioni più stabili d’Italia, non è completamente immune dai terremoti. La sua bassa sismicità è un dato scientifico assodato, ma ha radici geologiche ben precise.

Come spiega il geologo Luigi Sanciu, la differenza della penisola italiana, situata nel punto di collisione tra la placca eurasiatica e quella africana, la Sardegna si trova al centro della placca eurasiatica, lontana dalle grandi linee di compressione che generano i terremoti più devastanti. Questo la rende un blocco continentale stabile, poco soggetto a scosse significative.

Ciò non significa però che l’isola sia “immune”. Secondo i dati messi a disposizione dall’ISPRA, la zona più attiva è la costa nord-orientale, dove si sono registrati i principali sismi dal 2000 a oggi. Si tratta in gran parte di eventi di magnitudo intorno a 3, prodotti da piccole faglie, ossia fratture della crosta terrestre con lievi movimenti delle rocce.

Sono terremoti che spesso non vengono percepiti dalla popolazione e che restano rilevabili solo dagli strumenti, incapaci di provocare danni e soprattutto impossibilitati a generare onde di tsunami, data la loro modestissima energia.

La Sardegna, dunque, resta una terra fortunata: un’isola geologicamente stabile, ma non del tutto “asismica”. Un dettaglio che ricorda come la natura, anche quando sembra silenziosa, continui a vivere e muoversi sotto i nostri piedi.