Una stagione fantastica, senza mai una sconfitta, ha portato la U.S. Villanovese a giocarsi la promozione in serie D nei playoff iniziati domenica scorsa. Un campionato non semplicissimo per vari motivi, che quindi rende ancora più straordinario questo risultato. Allenamenti al freddo della palestra del paese, dove ci si doveva munire di un cannone sparafuoco di un privato per avere un pò di caldo. Genitori che fanno i dirigenti, autofinanziamento per potersi iscrivere al campionato perchè gli sponsor sono sempre meno. Carenza di giocatrici e la questione arbitri.

Gli arbitri in Ogliastra sono pochissimi perchè non si fanno più corsi. Per poter arbitrare una gara vengono pagati  in anticipo e di tasca, ma succede spesso che si debba cercare qualcuno all’ultimo momento per arbitrare. Questo succede perchè spesso gli arbitri disponibili devono venire da Cagliari o Sassari, con costi maggiori per le stesse società locali.

I soldi a questi livelli scarseggiano, le giocatrici quasi mai sono pagate o ricevono un rimborso. I sacrifici sono notevoli, i costi di gestione sempre maggiori, l’iscrizione al campionato sempre più alta.

L’allenatore è Giuseppe Demara (33 anni), commercialista con la passione per la pallavolo, ex giocatore di prima divisione della New Volley di Tortolì. Il presidente da diversi anni è invece Marcello Staffa. Dirigente-giocatrice tuttofare è Valentina Bonicelli. Per tutto il resto le ragazze hanno l’ausilio delle famiglie.  Ecco la rosa completa della squadra : Morena Sette e Monica Murino (palleggiatrici), Loredana Sulis, Sabrina Loi e Elena Vacca (centrali), Ludovica Toxiri, Martina Pili e Michela Staffa (opposte), Stefania Sette, Angela Tangianu, Marta Staffa, Silvia Virde, Valentina Bonicelli, Alice Staffa (schiacciatrici) e Marianna Staffa (libero). La rosa della squadra conta ben sei mamme e tre studentesse.  Sempre nella squadra ritroviamo Ludovica Toxiri,giocatrice dal passato glorioso.

“Abbiamo iniziato il campionato di prima divisione a novembre. Considerato il fatto che da due anni a Villanova non c’era una squadra, il primo obiettivo è stato quello di riprendere semplicemente il campionato. Poi, partita dopo partita, abbiamo vinto il campionato con due giornate di anticipo e ad aprile disputeremo i play-off per la promozione in serie D. Ovviamente nell’aria si sente grande entusiasmo e soddisfazione, uniti alla consapevolezza che il difficile arriva adesso. Abbiamo un bravo allenatore che ci sta preparando al meglio per questo prestigioso appuntamento. Sarebbe un giusto premio per tutti i sacrifici,una giusta ricompensa per tutti”.  Queste sono le parole della palleggiatrice Morena Sette, sorella della schiacciatrice Stefania. Perchè la pallavolo a Villanova è anche questione di famiglia. Domenica 7 aprile è iniziata l’avventura nei playoff. Le ragazze di Demara hanno vinto ad Orgosolo per 3 a 2, dopo una rimonta incredibile. Sotto di due set a zero, le ragazze villanovesi hanno ribaltato il risultato portando a casa una vittoria importantissima. Domenica prossima il ritorno.

La squadra barbaricina rappresenta il primo ostacolo verso la serie D. Il sogno continua.

Il tema dei rifiuti radioattivi in Sardegna torna a far discutere, soprattutto dopo che nuove ricerche condotte nella zona della Marmilla (Sardegna centrale) hanno fatto emergere un dato molto importante: i luoghi indicati in passato come possibili siti per lo stoccaggio non sono adatti.

La ragione principale è semplice ma decisiva, ce la spiega il geologo Luigi Sanciu. In queste aree l’acqua sotterranea si trova a poca profondità, troppo vicina alla superficie. Questo rappresenta un problema grave, perché uno dei criteri fondamentali per scegliere un sito adatto allo stoccaggio dei rifiuti radioattivi è proprio che le falde acquifere siano ben protette e lontane dalla superficie, per evitare qualunque rischio di contaminazione.

Ma allora, perché queste zone erano state considerate “idonee”? La risposta sta nel fatto che all’epoca delle prime analisi non c’erano studi approfonditi sul sottosuolo della Marmilla. Mancavano dati aggiornati e precisi sull’andamento delle acque sotterranee. Le decisioni, quindi, si basavano su informazioni incomplete.

Oggi, grazie a nuove indagini più dettagliate, la situazione è molto più chiara: la Marmilla non è adatta a ospitare un deposito di rifiuti radioattivi. I rischi legati alla presenza di acqua troppo vicina al suolo sono troppo elevati per garantire la sicurezza necessaria in operazioni così delicate.

Questi nuovi dati sono fondamentali e dovrebbero essere tenuti in considerazione dalle istituzioni e dagli enti preposti. Fare scelte su temi così importanti senza conoscere bene il territorio è pericoloso, e la vicenda della Marmilla lo dimostra chiaramente. Una gestione responsabile dei rifiuti radioattivi richiede conoscenze scientifiche aggiornate e un’attenzione particolare alla tutela dell’ambiente e delle comunità locali. Solo così è possibile evitare errori e garantire davvero la sicurezza di tutti.