Giornata storica per Tortolì e l’Ogliastra intera. Dopo anni di attese, questa mattina nella sala congressi del Comune è stato sottoscritto un’importante accordo tra il Presidente della Regione Ugo Cappellacci e il Sindaco Domenico Lerede. Presente la Giunta Comunale al completo, il Commissario del Consorzio Industriale Mauro Pilia, l’Assessore regionale ai LLPP Angela Nonnis e il Consigliere Regionale Angelo Stochino.

Si tratta del passaggio, nelle casse del comune di Tortolì, di importantissimi finanziamenti destinati all’infrastrutturazione e urbanizzazione delle aree ex cartiera. Oltre 18 milioni di euro che tali aree attendevano da anni, investimenti un tempo destinati al famoso Master Plan, finalizzato allo sviluppo di un polo industriale della nautica, che allora, rappresentava la miglior ipotesi di sviluppo del sito ma, come tutti ben sanno, un progetto che presto naufragò.

A causa del mutato scenario di sviluppo industriale del sito, quindi, la giunta regionale ritenne opportuno ridefinire gli originari programmi di intervento nelle aree dell’ex Cartiera di Arbatax, con una nuova rimodulazione di tali finanziamenti diretti a creare migliori condizioni per agevolare nuovi e diversi insediamenti produttivi nell’area industriale-portuale e migliorare le infrastrutture esistenti nell’area consortile.

“Sono risorse economiche fondamentali per il sostegno del tessuto economico ogliastrino” ha detto l’Assessore Regionale ai LLPP, Angela Nonnis, che già con la delibera dell’11 giugno 2012 diede il via libera alla spendita dei 18 milioni di euro per la riconversione produttiva di tali aree.

Oggi è avvenuta la formale cessione al Comune e al Consorzio Industriale di tali risorse economiche: 18.885.373 dei quali: € 178.910 destinati alle indagini previste dal Piano di Caratterizzazione propedeutico ai lavori in tali aree (senza questo strumento non è possibile procedere alla spendita delle risorse); € 4.600.215 destinate all’esecuzione delle opere di infrastrutturazione e urbanizzazione nell’area ex Cartiera di Arbatax; € 2.570.875 per l’esecuzione delle opere di miglioramento/potenziamento delle infrastrutture esistenti nelle aree del Consorzio Industriale Provinciale dell’Ogliastra e, infine, € 11.535.373 per gli interventi di potenziamento del porto di Arbatax”.

Il Presidente della Regione Ugo Cappellacci, ha espresso il suo più vivo compiacimento per il risultato raggiunto, per essere riusciti a metter in campo in breve tempo tale importante passo in avanti per Tortolì, grazie ad un’amministrazione operativa e una collaborazione attiva sul piano istituzionale. “Questo è un territorio speciale – ha concluso Cappellacci- purtroppo è stato per lungo tempo dimenticato, non ha avuto le giuste condizioni di esprimersi, con questo passaggio abbiamo messo in campo tutti gli strumenti necessari al suo sviluppo.”

“Oggi sottoscriviamo un accordo che trasferisce importanti economie per il nostro territorio – ha esordito il Sindaco Lerede- denari che verranno spesi per importanti opere che renderanno appetibili e usufruibili tali aree, oggi, purtroppo, abbandonate. Un risultato nel quale molti non credevano, pensando che queste risorse non esistessero più, ed invece oggi, è stata data la prova che questi finanziamenti esistono e verranno al più presto spesi per il compendio di Arbatax. Siamo pronti ad accogliere qualsiasi tipo di iniziativa che dia garanzia e occupazione lavorativa al territorio, non accetteremo alcun tipo di imprenditore senza scrupoli pronto solo ad accaparrarsi finanziamenti regionali per poi andare via, come purtroppo è gia avvenuto in passato”

Firmato questo importante, nuovo, capitolo della realtà industriale ogliastrina, non resta che attendere quale sarà la pianificazione industriale futura per lo sviluppo economico di Tortolì Arbatax.

Il relitto spagnolo del 1400 e il suo prezioso carico di azulejos.

Nelle acque di una piccola isola della Sardegna si trova il relitto di un’antica nave spagnola del XV secolo che portava un carico di azulejos, caratteristiche mattonelle decorate con smalto blu e bianco. sapete dove si trova?

Nelle acque cristalline che lambiscono l’estremità sud-orientale della Sardegna, a pochi metri dalla costa frastagliata dell’Isola dei Cavoli, si cela un tesoro archeologico di inestimabile valore: il relitto di una nave spagnola del Quattrocento, naufragata probabilmente durante una tempesta mentre era diretta verso la Sicilia o la Puglia. Il suo carico, straordinario per qualità e significato storico, era composto da una grande quantità di azulejos, le celebri piastrelle smaltate in bianco e blu, simbolo dell’arte ceramica iberica.

La scoperta risale al 1987, quando una serie di indagini archeologiche subacquee condotte dalla Soprintendenza Archeologica, con il supporto dell’Amministrazione provinciale di Cagliari e successivamente dell’Università di Zaragoza, riportò alla luce i primi frammenti del relitto. Il sito era già noto tra gli appassionati di immersioni per l’abbondanza di reperti ceramici che, per anni, erano stati facilmente raggiungibili e spesso sottratti illegalmente. Le ricerche permisero di documentare due importanti nuclei di materiali sommersi.

Il primo comprendeva una notevole quantità di armamenti: 27 cannoni di varie dimensioni, un’ancora, numerosi proiettili e altre armi metalliche, oltre a frammenti di maioliche e ad alcune ceramiche parzialmente invetriate, ancora integre. A breve distanza, si rinvenne un raro frammento del fasciame ligneo dell’imbarcazione, lungo circa 10 metri e largo 5, ultimo testimone silenzioso del naufragio. Il secondo nucleo comprendeva una vasta quantità di stoviglie e piastrelle da rivestimento: piatti, ciotole, bacini decorati e soprattutto le iconiche azulejos quadrate, decorate con grande perizia artigianale.

Ma ciò che rende unico questo relitto è l’emblema inciso su molte delle piastrelle: tre ali poggianti su un artiglio, racchiuse in un festone vegetale. Si tratta del blasone di un ramo della famiglia Beccadelli, antica casata di origine bolognese al servizio dei sovrani aragonesi, trasferitasi in Sicilia. Una delle figure più note della famiglia fu Antonio Beccadelli, detto il Panormita, umanista, scrittore e precettore del re d’Aragona, che aveva fatto della Sicilia il centro della propria attività politica e culturale. La presenza del simbolo nobiliare privo dell’insegna reale, concessa solo nel 1450, permette agli studiosi di datare il relitto a prima di quell’anno.

Gli studiosi ipotizzano che il prezioso carico fosse destinato alla residenza reale della Zisa a Palermo, che proprio in quegli anni era oggetto di importanti lavori di restauro e rinnovamento. Oggi, l’ultima sala del Museo Archeologico di Villasimius è interamente dedicata a questo straordinario ritrovamento. L’allestimento racconta non solo il naufragio e il recupero dei reperti, ma anche il contesto storico e culturale di un’epoca in cui le rotte del Mediterraneo erano percorse da commercianti, nobili, artisti e mercanti.

Il relitto dell’Isola dei Cavoli, custodito nelle sue acque poco profonde – appena oltre i 10 metri – è una delle testimonianze subacquee più importanti del Mediterraneo occidentale. Non solo per il valore materiale del suo carico, ma per il modo in cui unisce arte, storia e archeologia in una narrazione che affascina studiosi e visitatori. Una storia sarda e spagnola insieme, che emerge dal fondale per raccontarci il legame profondo tra le isole del Mediterraneo, i popoli che le hanno attraversate e le meraviglie che hanno lasciato dietro di sé.