Il delitto d’onore in Sardegna: una storia vera
Nuova fatica letteraria per Simonetta Delussu, nota insegnante e scrittrice tertenese. Dopo aver scandagliato le tematiche inerenti alla stregoneria e ai riti funebri sardi, eccola tornare alla ribalta con un argomento altrettanto particolare: il delitto d’onore. Ha appena visto la
canale WhatsApp

Nuova fatica letteraria per Simonetta Delussu, nota insegnante e scrittrice tertenese. Dopo aver scandagliato le tematiche inerenti alla stregoneria e ai riti funebri sardi, eccola tornare alla ribalta con un argomento altrettanto particolare: il delitto d’onore. Ha appena visto la luce editoriale, infatti, il libro intitolato “Il delitto d’onore in Sardegna: la storia di Irene Biolchini”. La Delussu racconta in queste pagine una storia vera e drammatica. E lo fa analizzando la società del tempo (1923) e i risvolti psicologici ed emotivi della vita di Irene Biolchini, una giovane donna di Tertenia che viene abbandonata dal proprio fidanzato durante la gravidanza e che quindi sente di dover riparare l’offesa subita. Racconta la scrittrice, che anche questa volta ha scelto di pubblicare con la casa editrice La Riflessione: “Le donne disonorate pulivano l’onta col loro sangue, ma Irene sa che morendo perderà non solo la sua vita ma anche quella del figlio che porta in grembo. Quindi decide di imparare a sparare, trovandosi un maestro d’eccezione: Samuele Stocchino, la tigre d’Ogliastra. Con lui stabilirà un patto d’amicizia che durerà tutta la vita. In un pomeriggio freddo e uggioso di ottobre, armata di tutto il coraggio che solo una madre con un carattere indomito può avere, Irene affronta Domenichino e con un colpo secco alla fronte lo uccide”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Marina Cafè Noir, i motivi dell’addio a Cagliari: «Non siamo più considerati una risorsa, ma un peso»

«Troppa burocrazia, troppo poco sostegno»: ecco le ragioni dell'addio a Cagliari del Marina Cafè Noir.
canale WhatsApp
Dopo ventitré anni di attività, il Marina Cafè Noir, storico festival di letteratura, musica e cultura popolare, annuncia l’addio a Cagliari. La decisione, comunicata dall’Associazione Culturale Chourmo, segna la fine di un capitolo importante per la vita culturale cittadina: dal 2003 il festival aveva trasformato piazze e quartieri in luoghi d’incontro, dibattito e partecipazione.
Nato nel cuore del quartiere Marina, il festival si è caratterizzato per la sua natura popolare e accessibile, capace di coinvolgere migliaia di persone ogni anno e di portare in città scrittori, musicisti e artisti nazionali e internazionali. Negli anni ha contribuito a rivitalizzare spazi urbani e a costruire una comunità culturale trasversale, riconosciuta anche fuori dall’isola.
Tuttavia, spiegano gli organizzatori, il rapporto con l’amministrazione comunale si sarebbe progressivamente deteriorato. «È venuta meno la percezione di essere considerati una risorsa per la città», scrivono. «La burocrazia non è stata più un semplice ostacolo operativo, ma uno strumento contraddittorio e incomprensibile che ha reso impossibile programmare e lavorare con continuità».
Tra i nodi indicati: ritardi nell’assegnazione degli spazi e dei contributi, sostegno economico giudicato insufficiente rispetto alla complessità del progetto, difficoltà nei processi autorizzativi e mancanza di un supporto logistico adeguato. Elementi che, nel corso del tempo, hanno finito per pesare più della passione e dell’impegno.
Il Marina Cafè Noir rivendica però di non voler aprire alcun conflitto politico. «Non cerchiamo corsie preferenziali, solo il riconoscimento del valore di un festival gratuito, costruito in strada, capace di avvicinare al libro e alla cultura chi altrimenti non si avvicinerebbe». La scelta non nasce dunque da polemiche personali, precisano, ma dalla consapevolezza di non poter più lavorare «in condizioni dignitose e sostenibili».
Quel che è certo è che il festival non si ferma. La sua storia proseguirà altrove, in un’altra città ancora da svelare. «Un certo nomadismo fa parte della nostra identità. Marina Cafè Noir continuerà, ma non a Cagliari. A breve diremo dove». Intanto, dal pubblico, continuano a arrivare messaggi di sostegno, affetto e riconoscenza. Segno di quanto forte sia stata, in oltre due decenni, la presenza del festival nel tessuto culturale cittadino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

