Arriva AirPod, la macchina ad aria compressa che con un pieno di un euro promette di farvi percorrere la bellezza di 100 km. L’autovettura dei miracoli sarà disponibile sul mercato ( niente concessionarie, solo piccole fabbriche) a partire dai primi mesi del 2013, figlia di un progetto della casa francese Mdi e del colosso indiano Tata. La prima mini fabbrica della AirPod sarà in Sardegna, una regione che – secondo i progettisti francesi – ha le caratteristiche adatte ad accogliere questo tipo di innovazione. Vetroresina, rifornimento in apposite stazioni di servizio, un joystick al posto del volante, velocità di  80Km/h, posto per tre passeggeri, settemila euro di costo. Ecco le caratteristiche di questo piccolo veicolo a carburante alternativo. La Città di Cagliari ha già ospitato alcune dimostrazioni. Non resta che attendere qualche mese per vedere sfilare sulle strade sarde quella che probabilmente, in questi tempi votati al risparmio, rappresenterà un’importante soluzione al problema del costo dei trasporti.

Nonostante fosse la terza manifestazione contro il genocidio che si sta compiendo a Gaza in pochi giorni, a Cagliari hanno partecipato al corteo di questa mattina, 10 mila persone. Allo sciopero generale hanno aderito in tantissimi e molte scuole del capoluogo sono rimaste chiuse. Pochi disagi invece per quanto concerne i trasporti.

Foto di Claudia Sarritzu

Un serpentone lunghissimo da piazza del Carmine fino al Consiglio regionale per dire stop al massacro di civili e alla pulizia etnica dei palestinesi.

Slogan e canti hanno accompagnato il corteo che si è poi fermato in via Roma sotto al parlamento regionale. Tanti i fischi rivolti alla politica nazionale e locale. Sì è chiesto una maggiore risposta in termini di boicottaggio e una completa interruzione dei rapporti con Israele.

Foto di Claudia Sarritzu

A manifestare uomini e donne di ogni età. Tantissimi studenti e studentesse e altrettanti bambini e bambine. Un fiume umano che ha voluto gridare anche in questa occasione che Cagliari sta dalla parte del popolo oppresso e lontana anni luce dalle scelte governative che ci vedono tra i pochissimi paesi al mondo che ancora non hanno riconosciuto lo Stato della Palestina.