La Conserva di Valverde: alla scoperta del tesoro sotterraneo di Bologna
Custodisce un'eredità storica e architettonica unica nel suo genere ed è conosciuta come "I bagni di Mario": ecco perché
Nel cuore di Bologna si cela un gioiello nascosto, un affascinante segreto sotterraneo: la Conserva di Valverde, conosciuta anche come Bagni di Mario.
Questo antico sistema di raccolta e approvvigionamento delle acque si erge come un’opera di ingegno e fascino, un attore cruciale nell’offrire acqua potabile all’intera comunità bolognese. Nonostante la sua natura idraulica, la Conserva di Valverde non è da considerarsi inferiore ai monumenti sopra il suolo; essa, infatti, custodisce un’eredità storica e architettonica unica nel suo genere.
L’origine della Conserva di Valverde risale al XVI secolo, quando Papa Pio IV lanciò un audace progetto di rinnovamento nella metà degli anni ’60. Quest’opera idraulica fu progettata con l’obiettivo di dimostrare l’efficienza del governo pontificio attraverso un costante approvvigionamento d’acqua potabile per la città e il funzionamento delle sue fontane. L’architetto Tommaso Laureti ricevette l’incarico di creare la monumentale Fontana del Nettuno e la Fontana Vecchia, e la Conserva di Valverde divenne una componente chiave di questo sistema idrico ambizioso.
La denominazione “Bagni di Mario” per questa struttura sotterranea è stata popolare per secoli, sebbene fosse basata su una storica interpretazione errata. Inizialmente, si credeva che la Conserva fosse un’antica area termale risalente all’epoca del console romano Caio Mario. Questa teoria fu successivamente confutata, ma il nome “Bagni di Mario” aveva già radici profonde nella cultura cittadina. La strada in cui sorge la cisterna è tutt’oggi denominata Via Bagni di Mario, nonostante l’appellativo corretto sia “Conserva di Valverde,” in omaggio alla sua posizione sui pittoreschi colli bolognesi.
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