Bologna ebbe un casa di produzione cinematografica che fu un flop
Questa società, che nutriva grandi sogni di gloria, aveva i suoi studios tra via Rialto e via Castellata, mentre gli uffici erano situati in via Ugo Bassi. Ma le cose non andarono come sperato: ecco perchè
A Bologna nel 1917 nacque una casa di produzione cinematografica fondata da un ex colonnello dei carabinieri di nome Mario Masi ( che usava il nome d’arte Mario Isma) e che si chiamava Felsina Film.
Questa società, che nutriva grandi sogni di gloria, aveva i suoi studios tra via Rialto e via Castellata, mentre gli uffici erano situati in via Ugo Bassi.
Tuttavia, per realizzare film, ci si accorse presto che vi era penuria di attori e personale esperto, così si decise di aprire anche una scuola di recitazione, presso il Teatro Rappini in via dell’Oro, che attirò un gran numero di iscritti. Con gli allievi della scuola di recitazione, alcuni attori più esperti e una troupe composta da varie figure, la Felsina Film si lanciò così nella produzione di ben quattro film in una sola sola stagione.
“Come conclude amore” narrava la storia di una moglie gelosa che distruggeva i dipinti del marito, un pittore. “Marinella” raccontava la storia di una sorta di Cenerentola che, dopo una vita di privazioni, sposava un barone. “Sulle rive sabbiose del Reno” era un film ambientato in Africa, con attori truccati di nero, intitolato “Rebus”. Il quarto film si intitolava “Bianco e nero”.
Nel febbraio del 1918 il pubblico bolognese ebbe l’opportunità di recarsi al cinema Fulgor per vedere queste pellicole prodotte localmente. Nonostante le recensioni positive sui giornali, gli spettatori non gradirono le proposte della Felsina Film. I ricavi al botteghino non furono sufficienti a coprire le ingenti spese di produzione dei film e Bologna non divenne la Hollywood italiana.
Al contrario, i finanziatori si ritrovarono con un enorme deficit e poche glorie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA