I pellegrini in passato prima di partire dovevano pregare davanti alle statue del “Compianto di Cristo”

Prima di partire pare dovessero pregare a lungo davanti a questa opera d'arte, che per il tempo aveva un'intensità drammatica totalmente fuori dal comune
Bologna, che un tempo faceva parte dello stato Pontificio, era collegata direttamente a Roma lungo la via Emilia senza che fosse previsto dover pagare dazi. Spesso, i fedeli intraprendevano pellegrinaggi lungo questa strada. Prima di partire, però, pare dovessero pregare a lungo davanti a un’opera d’arte nota come “Compianto di Cristo”, la rappresentazione della deposizione del corpo di Gesù, creata nel 1435 da Nicolò dell’Arca.
L’opera era grandiosa e si trovava all’interno della Chiesa di Santa Maria della Vita. Il gruppo di statue è stato poi ospitato a lungo nella Pinacoteca Nazionale di Bologna ma dagli anni novanta del XX secolo è tornata nella sua collocazione originale nella chiesa bolognese, prima in una saletta dell’ex-convento, poi nella prima cappella a destra dell’altare.
Il Compianto di Cristo era costituito da un insieme di statue in terracotta a grandezza naturale, ben sette. Gesù era raffigurato morto a terra, con accanto la guardia che lo aveva deposto dalla croce e intorno a loro le donne. Questa scultura fu la prima del suo genere, caratterizzata da un realismo sorprendente.
I personaggi vennero ritratti con abiti tipici del XV secolo e, per quella che nell’arte dell’epoca era fatto straordinario, esprimevano il loro dolore attraverso urla di angoscia.
Il dinamismo e l’intensità delle espressioni sui volti delle statue toccano profondamente l’anima. Si dice che Nicolò dell’Arca abbia ottenuto tale realismo perché, essendo ospitato nel convento di Santa Maria della Vita, che fungeva anche da ospedale, era abituato a osservare scene di sofferenza molto simili.

© RIPRODUZIONE RISERVATA