“Difendiamo il Poligono e i suoi posti di lavoro”. Perdas sale sulle barricate

Riposa tra le vigne che un tempo appartenevano al suo padrone, nello stesso angolo di Sardegna che ha custodito il loro legame più profondo. Fulmine, il cane diventato noto per le sue commoventi visite alla tomba del suo amato padrone, Leonardo Sechi, nel cimitero di Badesi, è morto lo scorso marzo. A raccontarlo, con emozione e gratitudine, è Sara Sechi, figlia di Leonardo.
«Sì, Fulmine non c’è più», dice Sara, trattenendo a stento la commozione. «Ora riposa nel vigneto che è stato a lungo di mio padre. È il posto giusto per lui, in mezzo alla natura che conosceva, nel paradiso degli animali».
La storia di Fulmine aveva fatto il giro del mondo nel 2021, pochi giorni dopo la morte del suo padrone. Il cane, incapace di accettare l’assenza, si recava ogni giorno al cimitero, restando accanto alla tomba con uno sguardo triste ma fedele. Una scena che aveva colpito il cuore di molti.
«Quando si diffuse la notizia delle sue visite, mi chiamarono da ogni parte del mondo», racconta Sara. «Giornalisti dal Giappone, dagli Stati Uniti… tutti volevano conoscere Fulmine. Il legame con mio padre era qualcosa di incredibile, quasi inspiegabile. Era come se sapesse tutto. Gli mancava solo la parola».
Ma per Sara, Fulmine non è stato solo un compagno fedele. «Per me è stato una salvezza. Mi ha aiutata in uno dei momenti più duri della mia vita: la perdita improvvisa di mio padre, unita alla mia malattia. Credo davvero che avesse una missione, come se fosse stato mandato da papà per starmi accanto. E il giorno dopo la mia guarigione… se n’è andato anche lui. Come se sentisse che il suo compito era terminato».
Il ricordo di Fulmine resta vivo nei cuori di chi ha seguito la sua storia e, soprattutto, in quello di Sara: «Ci ha insegnato quanto profonda possa essere la sensibilità degli animali. Fulmine non era solo un cane. Era famiglia, amore puro e presenza costante».