Tortolì, parola ai turisti: “più servizi pubblici, meno degrado nelle zone periferiche”
Da sempre Tortolì e le sue spiagge incantevoli sono meta nel periodo estivo di turisti provenienti da varie città d’Italia e del mondo. L’acqua cristallina e i paesaggi incontaminati sono elementi di forte attrazione. Nonostante ciò, molto spesso, questa zona
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Da sempre Tortolì e le sue spiagge incantevoli sono meta nel periodo estivo di turisti provenienti da varie città d’Italia e del mondo. L’acqua cristallina e i paesaggi incontaminati sono elementi di forte attrazione. Nonostante ciò, molto spesso, questa zona è oggetto di forti critiche, come testimoniano alcune dichiarazioni fatte da turisti intervistati in villeggiatura a Tortolì.
“Abbiamo preso in affitto una casetta nel mezzo della macchia mediterranea che anticipa la spiaggia di Foxilioni – racconta Massimo, giovane papà in vacanza con la sua famiglia a Tortolì da Brescia – ci troviamo bene, abbiamo trovato la tranquillità che cercavamo, però trovo che alcuni chioschi siano troppo cari in rapporto a quello che offrono: i cappuccini nel bar della spiaggia di Foxilioni, ad esempio, vengono serviti in bicchieri di plastica, e costano 1 euro e 50, idem le paste! Non va bene – aggiunge- ok che siamo in Sardegna, però migliorare il rapporto qualità prezzo in questo caso sarebbe necessario.”
Non sono mancate le lamentele in merito alla pulizia della città, “Tortolì” dice Susanna, in vacanza da Lecco “mi è sembrata pulita, anche se non posso dire altrettanto riguardo la zona periferica: sono anni che vengo qua in vacanza e in tutto questo tempo non ho visto un grande cambiamento. Mi riferisco ad esempio alla zona dello svincolo per Lotzorai: credo sia necessario migliorarne le condizioni affinchè non solo il centro ma anche ciò che si trova intorno sia pulito e presentabile”.
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Incredibile storia a Salerno: il Fisco manda una cartella a un bimbo di 7 anni… che all’epoca non era nemmeno nato

E non si tratta di un caso di omonimia! Ecco come è andata
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Una storia surreale arriva da Salerno e sta facendo rapidamente il giro del web: l’Agenzia delle Entrate ha inviato una cartella esattoriale a un bambino di appena 7 anni, chiedendo il pagamento dell’Irpef arretrata relativa al 2017. Peccato che, all’epoca, il piccolo non fosse nemmeno nato.
La vicenda, incredibile ma vera, ha immediatamente suscitato lo sconcerto dei genitori, che si sono trovati di fronte a un atto ufficiale con tanto di calcolo dell’imposta e dettagli sul presunto mancato pagamento. Non si tratta di un errore di omonimia: il nome del bambino corrisponde esattamente a quello indicato nella cartella, rendendo la situazione ancor più paradossale.
I genitori hanno annunciato di aver già predisposto il ricorso formale contro l’Agenzia delle Entrate, sottolineando l’assurdità della richiesta. «È incredibile pensare che il Fisco possa avanzare pretese economiche nei confronti di un bambino che all’epoca non era nemmeno nel mondo», hanno dichiarato, denunciando un episodio che sembra frutto di un errore amministrativo di dimensioni gigantesche.
Esperti di diritto tributario sottolineano come episodi simili, sebbene rari, possano capitare a causa di problemi nei sistemi informatici o errori di attribuzione delle posizioni fiscali. Tuttavia, casi in cui il destinatario non era ancora nato sono praticamente un unicum nella cronaca nazionale.
La vicenda ha già iniziato a circolare sui social, generando reazioni tra lo sconcerto e l’ironia: molti utenti si chiedono come sia possibile che il sistema possa generare una cartella esattoriale con dati così palesemente errati.
Resta da vedere come l’Agenzia delle Entrate gestirà la situazione, ma intanto la storia di questo piccolo salernitano rischia di entrare negli annali come uno degli episodi più bizzarri del fisco italiano.
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