Omicidio Usai. Era presente una terza persona
Aldo Doa, muratore 56enne di Arzana, accusato dell’omicidio di Silverio Usai, il giovane freddato il 12 aprile a Tortolì con un colpo d’arma da fuoco, ieri si è presentato dinnanzi al Gip Nicola Clivio, difeso dall’avvocato Marcello Caddori. Fino
Aldo Doa, muratore 56enne di Arzana, accusato dell’omicidio di Silverio Usai, il giovane freddato il 12 aprile a Tortolì con un colpo d’arma da fuoco, ieri si è presentato dinnanzi al Gip Nicola Clivio, difeso dall’avvocato Marcello Caddori. Fino a ieri ha trascorso le proprie giornate in carcere.
Le rivelazioni sono state sconcertanti. Doa e il suo avvocato hanno parlato di legittima difesa. La pistola, secondo la ricostruzione dell’accusato, l’aveva portata Usai e il colpo è stato sparato per errore durante la lite tra i due. Nella zona industriale di Tortolì, nel terreno di Doa dove il giovane Silverio pascolava il proprio cavallo incurante della rabbia del proprietario, ci sarebbe stata però una terza persona quella tragica sera. Un amico di Doa che quando ha visto la situazione precipitare è scappato via per poi presentarsi in caserma con un avvocato a raccontare tutto. Le indagini continuano tenendo conto di questi importanti sviluppi.
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Treviso, «Dante offende l’Islam»: studenti musulmani esonerati da studiare la Divina Commedia
In una scuola media di Treviso, due studenti musulmani sono stati esentati dall'insegnamento della Divina Commedia di Dante su richiesta dei genitori, che ritengono l'opera offensiva per la loro religione. L'insegnante e la preside hanno accolto la richiesta, consentendo agli studenti di concentrarsi su un altro autore. Questo episodio evidenzia le controversie già riscontrate in passato riguardo alla sensibilità delle opere di Dante, in particolare per i versi su Maometto.
“Dante offende l’Islam.” Con questa motivazione, i genitori di due studenti di una scuola media della provincia di Treviso hanno chiesto e ottenuto che ai propri figli non venga insegnata la celebre Divina Commedia di Dante Alighieri, tradizionalmente studiata nei programmi scolastici italiani. Le famiglie coinvolte ritengono che l’opera sia incompatibile con la loro religione, l’islam. La vicenda è iniziata quando l’insegnante di italiano ha chiesto agli studenti che non seguono le lezioni di religione cattolica di riportare sul diario una nota per richiedere un parere dei genitori sull’insegnamento dell’opera dantesca. Due famiglie hanno espresso la loro contrarietà, che è stata accolta sia dalla docente che dalla preside. Di conseguenza, i due studenti sono stati esonerati dalle lezioni sulla Divina Commedia, concentrandosi invece su un altro autore, Boccaccio.
La richiesta preventiva dell’insegnante, sebbene insolita, è stata motivata da problemi avuti in passato con alcune famiglie di religione non cattolica. Episodi simili si sono verificati anche in altri paesi, come Olanda e Belgio, dove l’opera è stata ritradotta per evitare di urtare la sensibilità dei fedeli musulmani. In alcuni paesi islamici, i versi su Maometto sono stati eliminati. Circa una decina di anni fa, la Gherush92, un’organizzazione di ricercatori e professionisti con status di consulente speciale presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, aveva richiesto l’eliminazione della Divina Commedia dai programmi scolastici.
Il professore Alberto Pezzè è intervenuto sul caso trevigiano durante un servizio del Tg di Antenna Tre Nordest, spiegando che la Divina Commedia può urtare la sensibilità dei musulmani a causa del fatto che nell’Inferno, in particolare nel 28esimo canto, Dante incontra Maometto, considerandolo un seminatore di discordie. Dante, basandosi su una leggenda nata probabilmente in ambiente crociato, ritrae Maometto come un prete cristiano che, non riuscendo a fare carriera, avrebbe fondato una nuova religione. Pezzè ha concluso sottolineando la necessità di accettare il punto di vista degli altri da entrambe le parti.
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