Arriva la Barbie con sindrome di down. Trapanese: “Giorno importante per i bimbi come Alba”
L’Assessore al Welfare del Comune di Napoli, Luca Trapanese, felice per la creazione della prima Barbie che rappresenta i bambini e le bambine affetti da sindrome di Down, compresa la sua figlia adottiva Alba: "l'importanza di avere giocattoli inclusivi"
La celebre azienda di giocattoli Mattel ha recentemente lanciato il primo esemplare di Barbie dedicato ai bambini affetti da sindrome di Down, dimostrando la propria volontà di promuovere l’inclusione e l’accettazione universale. Luca Trapanese, assessore al Welfare del Comune di Napoli e padre di Alba, una bambina con sindrome di Down, ha lodato l’iniziativa di Mattel in un post sui social media, in cui la figlia si gode la nuova Barbie.
Trapanese ha espresso la sua gratitudine per l’impegno di Mattel nell’includere anche Alba e altri bambini con bisogni speciali nella propria linea di prodotti sul suo profilo Instagram: “Oggi è un giorno speciale per Alba e per i bambini come lei! Barbie ha fatto un regalo incredibile per tutti, quello di realizzare una Barbie con la sindrome di Down. È molto importante per i bambini sentirsi accolti nel gioco e riconoscersi in esso. Alba subito si è riconosciuta nella nuova Barbie ed ha voluto giocare creando tante avventure”.
E ha concluso: “Sono tanti i modi che abbiamo per dare possibilità a tutti di sentirsi inclusi nella vita quotidiana, per questo ringrazio Mattel per questa importante intuizione che ha un grande valore sociale. Io e Alba abbiamo partecipato al lancio della nuova Barbie in maniera completamente gratuita, ringraziamo Mattel per averci regalato questa bambola. Alba è l’ambassador italiana!”.
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Sa Die de Sa Sardigna: 28 aprile 1794, i Sardi si ribellano e allontanano i Piemontesi dall’Isola
Il movimento di ribellione era iniziato già negli anni Ottanta del Settecento ed era proseguito negli anni Novanta toccando tutta l'Isola. Le ragioni erano di ordine politico ed economico insieme.
Sa die de sa Sardigna, come riporta Sardegna Cultura, è la festa del popolo sardo che ricorda i cosiddetti “Vespri Sardi“, cioè l’insurrezione popolare del 28 aprile 1794 con il quale si allontanarono da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell’isola titolare del Regno di Sardegna.
I Sardi chiedevano che venisse loro riservata una parte degli impieghi civili e militari e una maggiore autonomia rispetto alle decisioni della classe dirigente locale. Il governo piemontese rifiutò di accogliere qualsiasi richiesta, perciò la borghesia cittadina con l’aiuto del resto della popolazione scatenò il moto insurrezionale.
Il movimento di ribellione era iniziato già negli anni Ottanta del Settecento ed era proseguito negli anni Novanta toccando tutta l’Isola. Le ragioni erano di ordine politico ed economico insieme.
Il motivo del malcontento popolare era dovuto anche al fatto che la Sardegna era stata coinvolta nella guerra della Francia rivoluzionaria contro gli stati europei e dunque contro il Piemonte. Nel 1793 una flotta francese aveva tentato di impadronirsi dell’Isola, sbarcando a Carloforte e insistendo successivamente anche a Cagliari. I Sardi però opposero resistenza con ogni mezzo, in difesa della loro terra e dei Piemontesi che dominavano allora in Sardegna. Questa resistenza ai Francesi aveva entusiasmato gli animi, perciò ci si aspettava un riconoscimento ed una ricompensa dal governo sabaudo per la fedeltà dimostrata alla Corona.
La scintilla che fece esplodere la contestazione fu l’arresto ordinato dal viceré di due capi del partito patriottico, gli avvocati cagliaritani Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor. Siamo appunto al 28 aprile del 1794: la popolazione inferocita decise di allontanare dalla città il viceré Balbiano e tutti i Piemontesi, che nel mese di maggio di quell’anno furono imbarcati con la forza e rispediti nella loro regione. Incoraggiati dalle vicende cagliaritane, gli abitanti di Alghero e Sassari fecero altrettanto.
Ma l’allontanamento non durò tanto: nel giro di poco tempo i Piemontesi ritornarono in Sardegna e tutto ricominciò più o meno come prima.
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