Dal villaggio belga di Muizen, l’arzillissima Robertine Houbrechts, prossima ai cento anni, forse ha il segreto della longevità. Ogni sera si scola infatti, nel suo pub di fiducia, dalle 12 alle 20 birre. Ma sia chiaro: “Il medico non me lo permette”.

Nel bar Floreal, Robertine sembra essere affezionatissima cliente, da lunghi 17 anni. Ogni sera, di sicuro, non si fa mancare mai i suoi “fischietti”: birre servite in lunghi e stretti bicchieri. Unica eccezione il mercoledì: giorno di chiusura del bar. Tutto mentre la maggior parte, per non dire la totalità, dei suoi coetanei si prepara ad andare a dormire.

Tutti la conoscono e lei conosce tutti. Seduta a tavolino si beve in tranquillità la sua dozzina di birre. Lei, che da giovane ha lavorato nella ristorazione. Eppure, Robertine dice di non essersi mai veramente ubriacata. “Al massimo mi gira un po’ la testa, ma è certamente a causa della vecchiaia”.

Il giornalista Franco Di Mare è morto a Roma.

La famiglia ha annunciato il decesso con una nota: “Abbracciato dall’amore della moglie, della figlia, delle sorelle e del fratello e dall’affetto degli amici più cari, oggi a Roma si è spento il giornalista Franco Di Mare. Seguirà comunicazione per le esequie”.

Meno di un mese fa, il 28 aprile, durante una commovente apparizione a “Che tempo che fa”, Di Mare aveva parlato del suo ultimo libro, “Le parole per dirlo, la guerra dentro e fuori di noi” (Sem editori). In quell’occasione, aveva rivelato di essere gravemente malato: “Ho un tumore molto cattivo, il mesotelioma: si prende respirando le particelle di amianto. Mi rimane poco da vivere, ma non è ancora finita”. Di Mare aveva spiegato a Fabio Fazio che aveva contratto la malattia respirando amianto durante le sue missioni da inviato di guerra. Aveva inoltre espresso la sua serenità nonostante la diagnosi, aggiungendo che “da questo non si guarisce”. Le sue affermazioni avevano colpito profondamente il pubblico, specialmente per le critiche alla Rai (pur precisando che non si riferiva all’attuale dirigenza) riguardo il trattamento ricevuto dopo la scoperta della malattia.