Banchi e sedie abbandonati all’aperto, buttati e ammassati come rifiuti da dimenticare.

Le foto riguardano due scuole, in Friuli e nel Lazio, ma il dibattito è aperto in tutta Italia. Che fare dei vecchi banchi? Eliminarli in favore dei nuovi monoposto che dovrebbero garantire il giusto distanziamento anti-Covid, o riproporli in altre vesti?

A Oristano si è scelta la seconda opzione e un gruppo di volontari si è adoperato per dividere in due quelli vecchi così da riciclarli per realizzarne di nuovi monoposto. A Genova al Municipio VII nessun banco dismesso per lasciare spazio a quelli promessi dal Commissario straordinario Domenico Arcuri finirà in discarica, ma verranno riutilizzati nel campo profughi di Mayo in Sudan: qui i bambini vanno in scuole di lamiera con il pavimento di terra e per loro avere dei banchi in legno è un sogno.

Il giornalista Franco Di Mare è morto a Roma.

La famiglia ha annunciato il decesso con una nota: “Abbracciato dall’amore della moglie, della figlia, delle sorelle e del fratello e dall’affetto degli amici più cari, oggi a Roma si è spento il giornalista Franco Di Mare. Seguirà comunicazione per le esequie”.

Meno di un mese fa, il 28 aprile, durante una commovente apparizione a “Che tempo che fa”, Di Mare aveva parlato del suo ultimo libro, “Le parole per dirlo, la guerra dentro e fuori di noi” (Sem editori). In quell’occasione, aveva rivelato di essere gravemente malato: “Ho un tumore molto cattivo, il mesotelioma: si prende respirando le particelle di amianto. Mi rimane poco da vivere, ma non è ancora finita”. Di Mare aveva spiegato a Fabio Fazio che aveva contratto la malattia respirando amianto durante le sue missioni da inviato di guerra. Aveva inoltre espresso la sua serenità nonostante la diagnosi, aggiungendo che “da questo non si guarisce”. Le sue affermazioni avevano colpito profondamente il pubblico, specialmente per le critiche alla Rai (pur precisando che non si riferiva all’attuale dirigenza) riguardo il trattamento ricevuto dopo la scoperta della malattia.