Cosenza: bimbo di origini nordafricane preso a calci perchè si avvicina a un passeggino
#Italia Agghiacciante episodio di razzismo a Cosenza: un uomo ha dato un calcio a un bambino di 3 anni di origini nordafricane perchè si è avvicinato al passeggino del figlio. Il piccolo ha fatto un volo di un paio di metri ed è caduto a terra. Ora la polizia sta analizzando le registrazioni della videosorveglianza e la ragazza che ha assistito alla scena chiede, con un post su Facebook, a tutti coloro che erano presenti di denunciare il fatto
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Un bambino immigrato di 3 anni è stato colpito con un calcio all’addome da un uomo perché si era avvicinato al figlio in passeggino. Come riporta TgCom, il bimbo, di origini nordafricane, è stato soccorso dai passanti che hanno chiamato il 118. Sul caso indaga la polizia, che ha acquisito le immagini delle telecamere della zona per ricostruire l’accaduto e identificare l’autore.
Il bambino, con i fratelli di 8 e 10 anni, era assieme alla madre in uno studio dentistico; poiché l’attesa della visita si prolungava, la donna ha così dato ai figli i soldi per comprare il gelato e li ha fatti uscire. In strada il bambino più piccolo si è avvicinato al passeggino ed è stato colpito dal calcio.
Una giovane che ha assistito all’episodio ha parlato di “scena raccapricciante: ho visto quel bimbo fare un salto di due metri e accasciarsi a terra. Non potevo credere a quello che stava succedendo. Il mio primo pensiero è stato soccorrerlo. Non posso credere che un uomo sferri un calcio ad un bimbo di tre anni solo perché di colore diverso dal suo. Siamo arrivati alla follia”. La ragazza spiega quindi di aver invitato, con un post su Facebook, tutti coloro che erano presenti a denunciare il fatto alla polizia.
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Incredibile storia a Salerno: il Fisco manda una cartella a un bimbo di 7 anni… che all’epoca non era nemmeno nato

E non si tratta di un caso di omonimia! Ecco come è andata
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Una storia surreale arriva da Salerno e sta facendo rapidamente il giro del web: l’Agenzia delle Entrate ha inviato una cartella esattoriale a un bambino di appena 7 anni, chiedendo il pagamento dell’Irpef arretrata relativa al 2017. Peccato che, all’epoca, il piccolo non fosse nemmeno nato.
La vicenda, incredibile ma vera, ha immediatamente suscitato lo sconcerto dei genitori, che si sono trovati di fronte a un atto ufficiale con tanto di calcolo dell’imposta e dettagli sul presunto mancato pagamento. Non si tratta di un errore di omonimia: il nome del bambino corrisponde esattamente a quello indicato nella cartella, rendendo la situazione ancor più paradossale.
I genitori hanno annunciato di aver già predisposto il ricorso formale contro l’Agenzia delle Entrate, sottolineando l’assurdità della richiesta. «È incredibile pensare che il Fisco possa avanzare pretese economiche nei confronti di un bambino che all’epoca non era nemmeno nel mondo», hanno dichiarato, denunciando un episodio che sembra frutto di un errore amministrativo di dimensioni gigantesche.
Esperti di diritto tributario sottolineano come episodi simili, sebbene rari, possano capitare a causa di problemi nei sistemi informatici o errori di attribuzione delle posizioni fiscali. Tuttavia, casi in cui il destinatario non era ancora nato sono praticamente un unicum nella cronaca nazionale.
La vicenda ha già iniziato a circolare sui social, generando reazioni tra lo sconcerto e l’ironia: molti utenti si chiedono come sia possibile che il sistema possa generare una cartella esattoriale con dati così palesemente errati.
Resta da vedere come l’Agenzia delle Entrate gestirà la situazione, ma intanto la storia di questo piccolo salernitano rischia di entrare negli annali come uno degli episodi più bizzarri del fisco italiano.
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