La mamma le sequestra il cellulare, lei twitta dal frigo: “Non so se questo coso twitterà, sto parlando con il mio frigo”
Il culmine della battaglia è stato raggiunto quando la giovane è riuscita a twittare dal frigorifero.
canale WhatsApp
Non è riuscita a fare a meno del suo smartphone con il quale restava in contatto con i suoi amici. Una dipendenza che ha superato ogni confine se si pensa che Dorothy, 15enne fan della cantante Ariana Grande, è riuscita ad aggirare le restrizioni della madre usando addirittura un frigorifero per inviare messaggi. La notizia è stata riportata dal Guardian.
Ma facciamo un passo indietro. Dorothy subisce la prima punizione dalla madre lo scorso 5 agosto, quando le viene sequestrato lo smartphone; la ragazzina non si perde d’animo e riesce a comunicare ai suoi amici la sua condizione twittando – inviando messaggi su Twitter, ndr – da una consolle Nintendo: «Vi lascio per sempre. Mia mamma mi ha preso il telefono. Mi mancherete tutti. Piango. Addio». Da qui il sostegno della rete, entusiasta dell’escamotage della giovane, e la nuova mossa della mamma che le sequestra la consolle. Ancora un tweet di Dorothy, questa volta dalla Nintendo Wii al quale seguono tweet di supporto alla ragazzina e un hashtag #FreeDorothy, ma a questo punto arriva la mossa decisiva della madre che le sequestra tutti i dispositivi elettronici presenti in casa.
Evidentemente la donna ha sottovalutato la furbizia della figlia o ha scordato di aver acquistato un insospettabile frigorifero che oltre che raffreddare cibi, ha la possibilità di collegarsi alla rete. Dorothy lo scopre e invia il suo primo tweet dal frigorifero di casa: «Non so se questo coso twitterà, sto parlando con il mio frigo, che diamine, perché mia madre mi ha confiscato tutte le mie cose elettroniche di nuovo».
Il tweet diventa virale e tutti, o quasi, si schierano dalla parte di Dorothy, compresa la casa produttrice del frigorifero. Sarà finita qui? Aspettiamo il prossimo tweet di Dorothy.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Incredibile storia a Salerno: il Fisco manda una cartella a un bimbo di 7 anni… che all’epoca non era nemmeno nato

E non si tratta di un caso di omonimia! Ecco come è andata
canale WhatsApp
Una storia surreale arriva da Salerno e sta facendo rapidamente il giro del web: l’Agenzia delle Entrate ha inviato una cartella esattoriale a un bambino di appena 7 anni, chiedendo il pagamento dell’Irpef arretrata relativa al 2017. Peccato che, all’epoca, il piccolo non fosse nemmeno nato.
La vicenda, incredibile ma vera, ha immediatamente suscitato lo sconcerto dei genitori, che si sono trovati di fronte a un atto ufficiale con tanto di calcolo dell’imposta e dettagli sul presunto mancato pagamento. Non si tratta di un errore di omonimia: il nome del bambino corrisponde esattamente a quello indicato nella cartella, rendendo la situazione ancor più paradossale.
I genitori hanno annunciato di aver già predisposto il ricorso formale contro l’Agenzia delle Entrate, sottolineando l’assurdità della richiesta. «È incredibile pensare che il Fisco possa avanzare pretese economiche nei confronti di un bambino che all’epoca non era nemmeno nel mondo», hanno dichiarato, denunciando un episodio che sembra frutto di un errore amministrativo di dimensioni gigantesche.
Esperti di diritto tributario sottolineano come episodi simili, sebbene rari, possano capitare a causa di problemi nei sistemi informatici o errori di attribuzione delle posizioni fiscali. Tuttavia, casi in cui il destinatario non era ancora nato sono praticamente un unicum nella cronaca nazionale.
La vicenda ha già iniziato a circolare sui social, generando reazioni tra lo sconcerto e l’ironia: molti utenti si chiedono come sia possibile che il sistema possa generare una cartella esattoriale con dati così palesemente errati.
Resta da vedere come l’Agenzia delle Entrate gestirà la situazione, ma intanto la storia di questo piccolo salernitano rischia di entrare negli annali come uno degli episodi più bizzarri del fisco italiano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


