Si dice che i gatti abbiano sette vite. Se è davvero così, allora, la protagonista a quattro zampe di questa nostra storia almeno una se l’è giocata. Sì, perché restare chiusi per quattro giorni in un pacco e riuscire a evitare la morte assomiglia molto a un miracolo, un miracolo capitato a una micina “spedita” da Lecce fino alla lontanissima Vicenza.

Nella cittadina veneta il felino ci è arrivato per colpa della sua padrona, che, per errore, lo scorso 2 novembre, l’aveva “imprigionato” in una scatola destinata a un magazzino Ups.

In quella scatola, la stessa in cui ha viaggiato per oltre mille chilometri, la gatta è rimasta fino all’intervento di alcuni dipendenti della celebre azienda di spedizioni, che, dopo ore di tentativi, sono riusciti a liberarla e ad affidarla alle cure di un ospedale per animali della zona.

Disidratata ma comunque in buone condizioni di salute, ora, la micia attende solo di poter tornare a casa con la sua sbadata padrona, arrivata da Lecce per riprendersi ciò che aveva colpevolmente e incredibilmente perduto.

Il prete statunitense Lawrence Kozak, di 51 anni, è stato arrestato per aver sperperato oltre 40mila euro in microtransazioni di giochi come Candy Crush e Mario Kart Tour, utilizzando i fondi della sua Chiesa. Le microtransazioni sono diventate una caratteristica comune nei giochi popolari di oggi, sia su dispositivi mobili che su console.

Tuttavia, questa dipendenza può avere conseguenze devastanti sul portafoglio, come dimostra il caso del prete, che ha rubato migliaia di dollari dalle carte di credito collegate alla chiesa per finanziare la sua abitudine al gioco.

Kozak è stato accusato di furto e altri crimini perpetrati nel corso di tre anni, secondo quanto riferito dalla procura della contea di Chester, Filadelfia. Le indagini hanno rivelato che ha speso un’enorme somma in transazioni Apple dal 2019 al 2022. Sebbene abbia ammesso di aver effettuato gli acquisti per migliorare la sua esperienza di gioco, ha negato di averlo fatto intenzionalmente con i fondi della chiesa, sostenendo che fossero collegati al suo telefono per acquisti legittimi per la parrocchia e che li abbia utilizzati accidentalmente.

Successivamente, Kozak ha restituito alla chiesa 8000 dollari in “rimborsi parrocchiali” e si è scusato con la comunità per il suo errore, impegnandosi a restituire l’intera somma spesa.