Il gesto, quasi innaturale, le ha causato tanta sofferenza. Ma, nel momento cruciale, non ha avuto alcuna esitazione: meglio un figlio in galera che latitante. Così, dopo averlo guardato fisso negli occhi, quel suo figlio adorato ricercato da tre mesi lei lo ha consegnato ai Carabinieri. Poi, triste ma affatto pentita, gli ha scritto una lettera per raccontargli le ragioni del suo gesto, motivato con un comprensibile “l’ho fatto per salvarti”.

La mamma coraggio protagonista di questa vicenda è una quarantasettenne di Terlizzi, paese del barese; lui, il figlio problematico e “tradito”, invece, è un ventiquattrenne scappato dagli arresti domiciliari che ora si trova recluso nel carcere di Trani.

La loro storia ha fatto molto discutere e, d’altronde, non poteva essere altrimenti. Soprattutto, dopo la pubblicazione, sul sito Internet coratolive.it, della missiva, che, qui sotto, riportiamo integralmente.

«Carissimo figlio mio, l’altra mattina ho fatto qualcosa che una madre non vorrebbe e non dovrebbe mai fare: ho tradito la cieca fiducia che tu da 24 anni riponevi me, consegnandoti nelle mani di qualcuno che di te non sa nulla, se non il tuo nome le tue “bravate”. È stato un gesto necessario ed inevitabile. Le notizie frammentarie e confuse che mi giungevano durante la tua assurda latitanza mi trafiggevano il cuore e, purtroppo, non avevo modo di poterti raggiungere, aiutarti a ragionare e a trasmetterti il malessere che sta vivendo.

Ciò che tanto mi opprimeva era il continuare la solita vita quotidiana che iniziava la mattina indossando quella “maschera” di normalità e finiva la sera quando, rientrata a casa, la riponevo sul comodino… Sempre attenta al telefonino, accertandomi che fosse carico, acceso e che non fossero arrivati sms che non avessi letto; ansiosa di ricevere un tuo cenno, una tua notizia. Nel contempo, terrorizzata quando sul display compariva un numero a me sconosciuto che potesse annunciarmi una disgrazia, un fatale incidente, un tragico epilogo della tua vicenda.

Il susseguirsi dei controlli durante il giorno, durante la notte a casa nostra, a casa di amici e conoscenti, non facevano altro che accentuare l’angoscia di saperti in pericolo, braccato da ogni forza di polizia in ogni luogo. Spesso leggevo negli occhi di qualcuno di loro la rabbia e l’accanimento nei tuoi con confronti, il loro desiderio morboso di volerti prendere quasi come per aggiudicarsi un “trofeo” da collezionare. Quando se ne andavano, temevo che, se ti avessero trovato, anche un solo tuo innocente movimento, una innocua mossa falsa che avresti potuto commettere, avrebbe potuto scatenare una loro reazione tragica e sproporzionata, decretando un drammatico finale.

Anni fa morì un tuo carissimo amico, un fratello per te. Ricordo chiaramente le parole che sua madre mi sussurrò quando mi avvicinai a porgerle le condoglianze: “Daniela, avrei preferito andare in carcere a fargli visita per tutta la vita, almeno avrei potuto vederlo, abbracciarlo e parlargli ancora… Tu sei fortunata!”. Il non sapere dove stavi, come sopravvivevi, dove dormivi, chi potevi incontrare durante il tuo “oscuro” cammino, mi logorava da mesi. Non c’era più pace nel mio cuore e nella mia testa… ero una candela la cui fiamma si stava spegnendo giorno dopo giorno, ora dopo ora…

Quella mattina ti eri accorto che qualcosa non andava. Forse leggevi nei miei movimenti l’ansia e l’angoscia che mi rendevano incerta e timorosa. Mentre mi avvicinavo a te, i nostri occhi sono immersi gli uni negli altri, quasi a fondersi in un unico sguardo e io mi sentivo come “Giuda” che tradì suo fratello… Ho abbassato il capo ti ho consegnato a chi ti stava cercando da troppo tempo… Volevo morire, ma mi convincevo sempre più di aver fatto la cosa giusta. E poi, il Comandante mi aveva dato la sua parola: niente violenza. Massima discrezione e rispetto dei tuoi e dei miei diritti di madre. Parola mantenuta!

Anche tu, d’altronde, hai dimostrato maturità, saggezza e rispetto del momento così difficile ed inaspettato. Mentre ti circondavano e ti inducevano a mantenere la calma, io ti chiedevo perdono per quello che avevo fatto. Tu cercavi miei occhi ed io, con la morte nel cuore, cercavo i tuoi… Più volte hai ripetuto che mi avresti odiata per il resto della tua vita.

Odiami ragazzo mio, odiami finché vorrai… Io, al contrario, continuerò ad amarti con la stessa intensità di sempre e anche di più. Un giorno ammetterai che, in cuor tuo, era ciò che volevi anche tu: porre fine a questo supplizio. Forse mi vorrai incontrare e io avrò la conferma di essere una madre “fortunata” perché potrò ancora vederti, abbracciarti e parlarti… Tua madre».

Cun s’arrivu de s’ istagione turistica noa, s’attentzione est posta supra su comune de Tortolì, chi at annunziadu cun galabera meda sa torrada de msos viazos de su Trenu Birde istoricu de sa Sardigna in s’ispantosu camminu Arbatax-Tortolì-Lanusei.

Custa initziativa est un’occasione unica in sa zenia sua, po iscumbattare sas bellesas de sa Regione in manera ammaghiante. Su Trenu Birde est unu bera e propia prenda, una gianna po unu viazu in su tempus passande in mesu a bistas chi che bogant s’alenu e testimonzas istoricas chi ammaghiant e incantant.

Partinde dae su 14 de lampadas, su trenu ad a torrare a pigare sos viazos, apparande a tottus sa possibilidade de bivere sa maghia de custa esperientzia. Ma sas novidades non finint inoghe: cust’annu, in pius de sas cursas regulares in su fine de sa chida, sa chenapura e sa dominica, si sunt baludande atteros isseberos de viaos a nolu.

Custa moddesa at a permittere de assulenare sas esigentzias de sos bisitadores e de arricchire de pius s’esperientzia totale de sos turistas chi disizzant de iscumbattare sa Regione nostra in manera pius personale e istuvuccada.

Su sutzessu de custa initziativa est su risurtadu de un’impignu leadu dae tottus e de una bisione cumone. Su Comune de Tortolì espressat unu ringratziamentu sincheru a tottu cussos chi ant permittidu custu servitziu: dae su direttore generale de s’ARST, Carlo Poledrini, a su Presidente de sa Fundatzione Elso Rei, a sos sindicos de s’iscrocca e a sos membros de sa matessi Fundatzione. Est bistadu gratzias a s’impignu custante insoro e a s’attentzione insoro a sas esigentzias de sa comunidade e de sos chi tribagliant in su campu de su turismu, chi semus capatzes de apparare custa istravanada occasione de viazu.

Un’atteru afficcu de nodare est sa nomina dae pagu tempus de Segretariu de sa Fundatzione Trenu Birde istoricu de sa Sardigna, de su sindicu de Tortolì, Marcello Ladu. Custu riconnoschimentu evidentziat s’impignu de sa tzittade po favoressere e preservare custu patrimoniu culturale unicu, garantinde sa continuidade e s’isviluppu benidore.

Imbidamos tottu sos appassionados de viazos e de sa bellesa naturale a iscoperrere sas meravizzas de su percursu de su Trenu Birde. Custu viazu, promit de essere un’esperientzia chi non si podet ismenticare, permittinde a tottus de si affundare in sa bellesa e in s’istoria de sa Sardigna, in manera unica e ispantosa. Addurade prontos a bos faghere incantare dae sas bistas claras chi che bogant s’alenu e dae sas emossiones chi solu unu viazu cun su Trenu Birde podet donare.

Attività realizzata col contributo della Regione Sardegna — IMPRENTAS 2023-2024. LR 22/2018, art. 22