Si è aperta ieri a Padova l’udienza per diffamazione intentata da Roberto Baggio contro il leader dell’associazione animalista “100% Animalisti” Paolo Mocavero. 

«Baggio, che ha il coraggio di definirsi ‘buddista’ (probabilmente visto il suo livello culturale, non conosce il significato delle parole) — aveva detto due anni fa in un post Mocavero parlando del ‘Divin Codino’ — ed esercita la caccia, andando anche all’estero per i famigerati viaggi della morte».

L’ex fantasista di Vicenza, Fiorentina, Juventus, Milan, Inter, Bologna e Brescia, si è presentato in Tribunale, ma l’udienza è stata rinviata al 18 giugno prossimo per la mancata notifica all’imputato.

La campagna mediatica contro l’attività di caccia svolta dal campione di Caldogno aveva portato gli animalisti a una dura contestazione sotto casa con tanto di striscioni offensivi e una lunga coda di pesanti post sui social network.

Lo striscione esposto sotto casa di Baggio

Una storia surreale arriva da Salerno e sta facendo rapidamente il giro del web: l’Agenzia delle Entrate ha inviato una cartella esattoriale a un bambino di appena 7 anni, chiedendo il pagamento dell’Irpef arretrata relativa al 2017. Peccato che, all’epoca, il piccolo non fosse nemmeno nato.

La vicenda, incredibile ma vera, ha immediatamente suscitato lo sconcerto dei genitori, che si sono trovati di fronte a un atto ufficiale con tanto di calcolo dell’imposta e dettagli sul presunto mancato pagamento. Non si tratta di un errore di omonimia: il nome del bambino corrisponde esattamente a quello indicato nella cartella, rendendo la situazione ancor più paradossale.

I genitori hanno annunciato di aver già predisposto il ricorso formale contro l’Agenzia delle Entrate, sottolineando l’assurdità della richiesta. «È incredibile pensare che il Fisco possa avanzare pretese economiche nei confronti di un bambino che all’epoca non era nemmeno nel mondo», hanno dichiarato, denunciando un episodio che sembra frutto di un errore amministrativo di dimensioni gigantesche.

Esperti di diritto tributario sottolineano come episodi simili, sebbene rari, possano capitare a causa di problemi nei sistemi informatici o errori di attribuzione delle posizioni fiscali. Tuttavia, casi in cui il destinatario non era ancora nato sono praticamente un unicum nella cronaca nazionale.

La vicenda ha già iniziato a circolare sui social, generando reazioni tra lo sconcerto e l’ironia: molti utenti si chiedono come sia possibile che il sistema possa generare una cartella esattoriale con dati così palesemente errati.

Resta da vedere come l’Agenzia delle Entrate gestirà la situazione, ma intanto la storia di questo piccolo salernitano rischia di entrare negli annali come uno degli episodi più bizzarri del fisco italiano.