Suinicoltura, un milione dalla Giunta per promozione allevamenti
Due delibere per il rilancio dell'allevamento suinicolo in Sardegna, che riconoscono l’importanza del comparto nell’economia dell’isola, collegate con l'azione dell'Unità di progetto per l'eradicazione della peste suina africana.
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Due delibere per il rilancio dell’allevamento suinicolo in Sardegna, che riconoscono l’importanza del comparto nell’economia dell’isola, collegate con l’azione dell’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana. Sono state approvate dalla Giunta su proposta dell’assessore dell’agricoltura Pier Luigi Caria e riguardano la promozione di ‘Centri gran parentali’ per la produzione di riproduttori e la nascita di ‘Centri F.A.’ per la produzione di seme per la fecondazione artificiale, assieme a disposizioni che supportano l’attività dei comuni che intendono delimitare e (o) adeguare dal punto vista infrastrutturale aree idonee all’allevamento dei suini.
«Con questi provvedimenti promuoviamo un settore dalla grandi potenzialità, capace di creare circoli economici virtuosi e di incidere in particolare nei territori dell’interno. Assieme alle azioni per l’eradicazione della peste suina, su cui abbiamo fatto passi avanti importantissimi e determinanti, portiamo avanti adesso azioni per il rilancio del comparto e per ripristinare la fiducia tra gli allevatori, le popolazioni interessate, le amministrazioni locali e la Regione. Per questo abbiamo previsto risorse per un milione di euro fino al 2020 per il rilancio dell’allevamento e diamo ulteriori risorse ai Comuni, con uno stanziamento di 130 mila euro, per supportare la creazione dei recinti e strutture indispensabili al corretto allevamento dei suini» afferma il titolare dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria.
Gli aiuti interessano le piccole e medie imprese attive nel settore suinicolo, in forma singola o associata, che abbiano partita IVA e siano iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio quali imprenditore agricolo e una dimensione economica aziendale non inferiore a 15.mila euro calcolata in termini di PST (Produzione Standard Totale).
Sono ammesse a contributo le spese relative alla realizzazione di “Centri gran parentali” per la produzione di riproduttori e di “Centri F.A.” per la produzione di seme per la fecondazione artificiale nel comparto suinicolo. Tra le opere ammissibili a finanziamento, la costruzione, ristrutturazione, adeguamento di fabbricati rurali, l’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature; impianti e opere di gestione delle deiezioni e dei reflui zootecnici e investimenti immateriali quali l’acquisizione o sviluppo di programmi informatici. Possono inoltre essere riconosciute spese generali, fino alla concorrenza del 10% del costo totale degli investimenti materiali realizzati e purché direttamente legate all’operazione e necessarie per la sua preparazione od esecuzione.
Il Responsabile della gestione ed attuazione del regime di aiuti è Argea Sardegna.
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All’iniziativa hanno inoltre partecipato i vertici dell’Unità di Progetto per l’eradicazione della PSA: dal responsabile Alessandro De Martini ai direttori generali dell’Istituto zooprofilattico della Sardegna, Alberto Laddomanda, e dell’Agenzia Laore, Maria Ibba, passando per il commissario unico dell’Agenzia Forestas, Giuseppe Pulina. E poi Sergio Masala, rappresentante del mondo veterinario dell’ATS, ha portato i saluti di Franco Sgarangella, responsabile unico ATS per la PSA, oggi assente per altri impegni istituzionali. Masala ha poi annunciato che i circa 400euro pagati dagli allevatori per la regolarizzazione rimarranno alla comunità di Urzulei. Saranno infatti utilizzati dall’ATS per l’apertura, in paese, di un ufficio di anagrafe zootecnica che possa assistere i tanti allevatori, non solo di suini, del territorio. Sul piano della salvaguardia del suino di razza sarda ha seguito i lavori l’esperto delle strutture regionali, Sebastiano Porcu. Concluso l’incontro in paese, ci si è poi spostati nel Supramonte di Urzulei, in località su Nuragi, per visitare un allevamento in semi brado di cinque ettari, con doppie recinzioni e ricoveri per gli animali, seguito da un giovane allevatore di 25 anni.
